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Latina e le sue autrici. Il nuovo romanzo di Assunta Gneo: “Si chiama Vittoria”

 

 Di Cora Craus –

Il nuovo romanzo di Assunta Gneo “Si chiama Vittoria” ha uno stile chiaro e scorrevole, una narrazione dal ritmo veloce denso di avvenimenti e colpi di scena. Il racconto prende il via in un’epoca esplosiva e carica di aspettative il 1969. É il racconto al femminile di una famiglia lungo il succedersi delle generazioni.

Un racconto dove ciascuna lettrice/re potrà ritrovarsi se non nelle vicissitudini specifiche dei protagonisti, certamente nelle emozioni e nelle rivendicazioni di chi quel periodo lo ha vissuto. E per le giovanissime, il romanzo, contiene il monito a combattere, in un momento difficile come l’attuale, per difendere i diritti che le loro mamme e nonne tanto duramente lottarono per conquistarli. Il libro è ricco di informazioni sui cambiamenti dei modi di vivere e di pensare degli ultimi cinque decenni. Ne citiamo uno centrale del racconto: l’abisso che separa l’essere “ragazza-madre” di allora l’essere “mamma-single” di oggi.

In “Si chiama Vittoria” di Assunta Gneo l’arte, come un fiume carsico, attraversa il romanzo e la vita della protagonista in esso narrata. La vita – scriveva Antonio Tabucchi –  è surrettizia e raramente mostra in superficie le sue ragioni, e invece il suo vero percorso avviene in profondità, come un fiume carsico”.

Il primo incontro con l’arte, nel romanzo, è un quadro di margherite appena dipinto, il primo lavoro di una giovanissima pittrice, che con grande dispiacere deve “momentaneamente” lasciare nella sua ex casa. “La prima cosa che avrei voluto fare era incartare proprio lui, il mio capolavoro. Mi aveva impegnato tutto il pomeriggio del mio sedicesimo compleanno era ancora fresco di colore. “lo incarteremo domattina per ultimo, con tutte le attenzioni del mondo”, mi tranquillizzava la mamma, traducendo i miei pensieri in parole”.

Saranno ancora le margherite, un meraviglioso cesto di margherite gialle, ha segnare la protagonista perché tramite esso incontra l’amore, quello con l’A maiuscola. L’arte, l’amore per il bello si palesano anche attraverso un antico e misterioso libro di epoca medievale che racchiude illustrazioni di fiori e frutti la cui apparizione sottolinea le svolte più difficili e importanti nella vita della nostra eroina.

“Si chiama Vittoria”, la seconda prova letteraria di Assunta Gneo è una storia d’amore e di rivoluzioni politiche e culturali; la protagonista si sente, emotivamente immersa in questo magma sociale pur vivendo in maniera marginale tali realtà. La sua parte attiva al cambiamento della società avviene attraverso la partecipazione a movimenti come l’UDI e al giornale quale “NOI DONNE”.

La narrazione, le vicissitudini diventano la fotografia di una memoria collettiva che hanno visto le donne in prima linea. Memoria di battaglie per i diritti civili, per il divorzio, per l’aborto. L’autrice con decisione punta il dito su un altro elemento terribile di ieri e di oggi: la violenza domestica subita dalle donne come assoluta normalità. “Sembravano una coppia felice, anche se qualche bel ceffone capitava che lo prendesse, ma non si lasciava intimidire e per tutta risposta gli correva dietro con il matterello e lui sapeva di non doversi far prendere. Dunque le donne riuscivano a ben gestire tutte le situazioni, a casa sua anche mamma spesso le prendeva, ma non riusciva a sopportare la cosa allo stesso modo: portava il broncio per giorni, al limite della sopportazione”.

I personaggi sono tratteggiati con ricchezza di particolari fisici e psicologici che li rende immediatamente familiari. Tra essi una figura femminile spicca per forza morale e capacità di accoglienza: nonna Irma vero punto di riferimento per la protagonista e per quasi tutti gli altri personaggi del romanzo. Molto bello il brano scelto dall’autrice per la quarta di copertina che racchiude davvero l’essenza e il carattere del romanzo. “Coltiverò il mio dono come tu dovresti coltivare il tuo: quello che hai ereditato è una benedizione e una maledizione al tempo stesso. Può farti sprofondare nell’abisso delle tenebre o innalzarti fino alle stelle! Perché il tuo pennello è il segreto di un prodigio. Quello che conta veramente è che tu resti sempre fedele a te stessa qualunque cosa accada.”

“SI CHIAMA VITTORIA” di Assunta Gneo. (pag.186 – ed.Nep – € 16,00)

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista