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Le Ferriere: giostra secolare di splendore e decadenza.

di Marina Cozzo –

La storia di Borgo Le Ferriere è intensa e gioca tra i secoli in una altalena tra splendore e ricchezza e desolazione dell’abbandono e della chiusura degli impianti industriali. Col nostro racconto a puntate, ricorderete che eravamo giunti all’epoca in cui la famiglia Goretti si insediava nella esistenza rurale del villaggio pontino e nel 1874 il villaggio stesso divenne di proprietà del conte Achille Gori Mazzoleni, che lo acquistò in un’asta pubblica e ne rimase proprietario soltanto fino al 1919, quando subentrarono don Leone Caetani ed altri.

leone-caetani

Tra il 1921 e il 1924 venne acquistato interamente dal signor Gustavo Dominici.

Ma fu sotto Gori Mazzoleni che venne aperta la cartiera che incominciò la sua attività nel 1910, al posto delle fonderie, utilizzando l’acqua del fiume Astura che arrivava ai suoi macchinari tramite dighe, canali e gallerie costruite alcuni secoli prima. L’impianto della cartiera attivò sul posto un gran numero di operai: già l’anno successivo il borgo contò 600 abitanti stabili più 3000 transumanti.

Foce del fiume Astura

Nel 1932-33 nel centro pare ci fossero 437 persone, mentre nel maggio del 1937 diminuirono a circa 200 perchè lo stabilimento aveva cessato o ridotto notevolmente la sua attività. Ma con la ristrutturazione dello stabilimento, nel ’33, il lavoro riprese a pieno ritmo con conseguente e notevole incremento della popolazione.

Dal 1945 al 1978 lavoravano in cartiera 270 operai, quasi tutti abitanti di Le Ferriere con a carico 139 persone. In media, quindi, erano impiegate circa 80 persone l’anno.

Intorno alla cartiera, nel 1910, sorsero movimenti sindacali e politici e si narra che il cappellano dell’epoca avesse udito due abitanti del borgo parlare grossomodo così: “Noi renderemo questo posto un centro dove propagandare il socialismo. Sarà facilissimo: appena si svilupperanno le industrie locali e verranno lavoratori forestieri, un nostro circolo si guadagnerà la fiducia di queste popolazioni retrograte”.

Il cappellano contrastò questi inizi di movimento politico-sindacale con successo esponendo in chiesa ed in processione un quadro del S. Cuore di Gesù (ancora oggi nella sacrestia della chiesta del Borgo).

La cartiera ebbe come protettrice Santa Caterina d’Alessandria che veniva portata, ogni anno, in processione nel suo interno.

L’anno 1978 soffrì della sua triste e definitiva chiusura.

 

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Marina Cozzo

Marina Cozzo

Giornalista