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Pomezia, il 29 ottobre 78° dell’inaugurazione

di Marina Cozzo –
Pomezia era l’ultimo dei comuni dell’Agro Pontino-Romano ad essere realizzato.
L’ultimo dopo la più grande e complessa opera di bonifica, di trasformazione e colonizzazione che si sia mai realizzata in Europa.

foto storica presa dal web

La Città Nuova, chiamata «la porta di accesso della Capitale al territorio “redento”», venne formalmente costituita il 3 giugno 1938, con Regio Decreto Legge n. 935.
Essa confinava con i comuni di Roma, Albano Laziale, Ariccia, Aprilia ed Anzio, sottraendo gran parte del territorio al Governatorato di Roma e assorbendo le antiche Pratica di Mare ed Ardea, che divennero i primi due nuclei abitativi.
Pomezia fu fondata il 25 aprile 1938 con la posa della prima pietra e inaugurata il 29 ottobre dell’anno successivo.

L’origine della Città  risale al 1 ottobre 1937, quando l’Opera Nazionale Combattenti  bandì il concorso nazionale rivolto ad ingegneri ed architetti italiani per la «Progettazione del Piano Regolatore del Centro Comunale di Pomezia», così come aveva disposto Benito Mussolini.

La progettazione prevedeva di rispondere alle esigenze di un borgo rurale in relazione alla storia, al territorio ed alla popolazione che lo avrebbe abitato e doveva essere edificato rispettando linee guida inderogabili e che riscontriamo in tutte le Città Nuove: semplicità delle linee, coerenza con le caratteristiche storico-estetiche regionali, utilizzo di materiali costruttivi italiani e locali «selce, tufo, pomice, pozzolana» e divieto di impiego di strutture in ferro ed in cemento a vista.

www.araldodicrollalanza.it

Il 17 febbraio 1938 la commissione esaminatrice dei progetti pervenuti era presieduta dall’Onorevole Araldo di Crollalanza che proclamò vincitori del concorso il gruppo di ingegneri ed architetti: Concezio Petrucci, Mario Tufaroli Luciano, Emanuele Filiberto Paolini e Riccardo Silenzi, già autori e vincitori del concorso bandito per la realizzazione di Aprilia.

Non mancarono, tuttavia, impronte artistiche nel Cantiere pometino, che vide nomi illustri della pittura e della scultura legati al Razionalismo italiano: F. Ferrazzi, V. Crocetti, F. Coccia, F. Papi, C. Corelli, C. E. Oppo.

Il 25 aprile del 1938, dopo che si ebbe la cerimonia della Fondazione di Pomezia, con la posa della prima pietra,  si procedette subito alla sua costruzione con la realizzazione del “primo gruppo di edifici” proposto dal progetto e definito «nucleo di rappresentanza»: la Casa Comunale, la Torre-Serbatoio, la Posta,la Chiesa, la Casa del Fascio e la Scuola.

Ci vollero 18 mesi per terminare il Centro Storico di Pomezia ed ergere anche gli edifici appartenenti al secondo gruppo; una serie di costruzioni, abitazioni, servizi e spazi adeguati ad accogliere un agglomerato urbano di 3000 abitanti.

Nel dopoguerra, Pomezia divenne un’importante centro industriale del Lazio, in virtù della sua vicinanza a Roma e della sua inclusione nei territori beneficiari delle politiche di sviluppo economico poste in essere dall’Ente Cassa del Mezzogiorno.

Anche qui si ripete la storia sull’identità civica che a Pomezia, come i tutte le altre Città,  è fortemente legata alla valenza culturale dei suoi Popoli colonizzatori che nei primi decenni del Novecento giunsero sul territorio da diverse Regioni d’Italia tra cui: Campania, Abruzzo, Umbria, ma sopratutto Marche,Veneto, Emilia Romagna, Trentino, etc.

Di questi popoli parleremo nelle ultime pubblicazioni di questa piccolo e modesto viaggio nell’Agro Redento, che abbiamo fatto per radicare la passione per il nostro territorio e creare una cultura finalmente univoca e salda.

 

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Marina Cozzo

Marina Cozzo

Giornalista