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A Napoli con Maurizio de Giovanni

 

di Cora Craus –

Con “A Napoli – Con Maurizio de Giovanni” di Vincenza Alfano (ed. Perrone – pag.140 – € 12), l’autrice c’invita a partecipare ad un ammaliante excursus letterario, sociale, turistico e storico in una città “bella e impossibile”. Una città massacrata, ieri come oggi, dall’incapacità della politica, dalla resa dello Stato, dalla mediocrità dei tanti novelli Masaniello, che si vendono per tre danari e qualche comparsata in tv. Un libro, una guida sia per chi la città la conosce sia per chi vi arriva per la prima volta.

Bello questo libro, che racconta, fa rivivere un’immutabile realtà: “Napoli è prima di tutto, e senza ombra di dubbio, un’emozione, oltre che un luogo, e Vincenza Alfano la ripercorre seguendo l’itinerario letterario di Maurizio de Giovanni e restando fedele agli odori, le voci, le canzoni e gli assordanti silenzi di una città crudele e pietosa, che accudisce e schernisce solo con uno sguardo”.

Maurizio de Giovanni, un napoletano a Napoli, uno scrittore che scrive e vive nella sua città: Uno scrittore attratto dal territorio pontino, dalla nostra provincia dove con scanzonata pignoleria e reale affetto ha presentato quasi tutti i suoi libri.

I suoi romanzi hanno per protagonista il commissario Ricciardi e narrano di una Napoli degli anni trenta, sotto l’oppressione monarchica- fascista; una città osservata, respirata, vissuta con gli occhi di un personaggio che “napoletano non è”. E’ nato a Fortino nel Cilento il commissario Luigi Alfredo Ricciardi.

Napoli, una città in eterna sospensione tra vita e morte, una città magica, una città simbolica, una città “che rappresenta qualcosa di comune a tutti gli uomini… un aspetto della natura umana e una cadenza della sua storia”. Sono parole di Elio Vittorini.

Vincenza Alfano, attraverso brani, citazioni, romanzo dopo romanzo, ci fa scoprire luoghi il cui fascino morboso ed elegante, letterario e folcloristico li ha resi famigliari in tutto il mondo.

Il Gambrinus, il caffè di re e presidenti, d’intellettuali e potenti uomini d’affari, di “sciantose” e di eterni affaccendatissimi sfaccendati. Un luogo che domina ed illumina tutto il quartiere San Ferdinando. I mitici Quartieri Spagnoli, dove le leggende, le storie nere si fondono e si trasformano in un tutt’uno con la più amara e malata realtà. Capodimonte, “è il volto di un bambino morto che sembra dormire sotto la pioggia”. Mergellina, Chiaia, Il Borgo degli Orefici, “il cuore di un labirinto che pare disegnato senza senso, tanto da disorientare chiunque nel dedalo di vicoli e viuzze.

Conquista questo libro che narra Napoli senza falsa pietà, senza compiaciuta umiliazione, una città, forse “bipolare”, forse bifronte. Di sicuro una città che merita riscatto, rispetto, come tutto il Sud, come tutti i Sud del mondo.

 

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista