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Con Amoul Solo di Ismaila Mbaye, ‘La Musica va Oltre’ le vicende d’immigrazione

 di Cora Craus –

Nel cuore rinascimentale di Roma, il cinquecentesco Palazzo Mattei di Giove, l’Italia ospita il percussionista      Ismaila Mbaye    e del suo CD Album “Amoul Solo”.  Giovedì 13 aprile alle 17 sarà l’Auditorium dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi lo scenario di un evento musicale di spicco dal titolo “La Musica Oltre”. Farà da overture la proiezione di un videoclip e seguirà la presentazione del Cd Album ‘Amoul Solo’, prodotto da Fabbricadinote.

“Si tratta di dieci brani che – come dice il produttore Antonio Buldini, in una nota stampa – condurranno in un percorso di intima sensibilità, che traduce in dense sonorità i vissuti del tempo attuale, le sue contraddizioni, le drammatiche vicende legate all’immigrazione, ma anche la gioia di esprimere altro e oltre, di essere portatori di un’Africa non legata a stereotipi, viva, pulsante, piena di quell’energia, di quei rapporti umani, del senso del profondo di ciò che realmente conta e di cui oggi c’è estrema necessità di recupero.

Inizia con una poesia musicale ‘Amoul Solo’ che significa letteralmente ‘non c’è di che’, un modo di dire nella lingua wolof, che è diventato una vera e propria filosofia di vita per tendere ad andare oltre il futile e l’apparenza. Prosegue con altri 9 brani dove accanto ad una grande e centrale strutturazione con djembe, congas e doun-doun emerge la ricerca di melodie e di armonie legate a strumenti tradizionali africani affascinanti quali la kora, il balano e lo xalam riuscendo a determinare nell’insieme anche una contaminazione con suggestioni sudamericane ed occidentali. Insomma Amoul Solo è una vera e propria musica oltre.”

Il Cd è anche un omaggio all’Isola di Gorée, in Senegal, terra di concentrazione di schiavi per il successivo trasporto al di là dell’Oceano. Isola dove Ismaila Mbaye è nato e cresciuto, dove ha iniziato a suonare da piccolissimo riuscendosi a lanciare poi nel panorama europeo come maestro di djembe e doun–doun, fino ad essere ora considerato uno dei maggiori percussionisti africani.

Fondatore del ‘Tribal Percussion’, Ismaila suona anche con altre formazioni quali ‘I Tamburi di Gorée’, ‘Med Free Orkestra’, ‘Kilimangiaro Band’ con cui ha partecipato per 9 anni al programma su Rai 3 ‘Alle Falde del Kilimangiaro’ con Licia Colò. Ha preso parte come musicista anche a numerosi show televisivi, condotti da Maurizio Costanzo, Fiorello, Giorgio Panariello e Mika e nel suo curriculum di artista eclettico oltre a concerti internazionali e molte presenze al Festa d’Africa Festival, vanta anche partecipazioni cinematografiche fino ad essere recentemente co-protagonista del documentario “Redemption Song”, della regista Cristina Mantis, approdato proprio qualche settimana fa alla Camera dei Deputati, nell’ambito del convegno per l’Ong ‘Link 2007’.

All’Evento all’Auditorium in via Michelangelo Caetani, 32 interverranno: Massimo Pistacchi, Direttore dell’Icbsa. Alessandro Portelli, storico e critico musicale. Annio Gioacchino Stasi, linguista. Antonio Buldini autore e producer.

In Senegal “Teranga”  è la parola che indica ospitalità, rispetto e piacere di ricevere un ospite nella propria casa.  Il nostro personale: Teranga ad Ismaila Mbaye.   

 

 

 

 

 

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