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Latina e i suoi autori, Salvatore D’Incertopadre: “Maciste – Da Cisterna a Stalingrado”

 

Di Cora Craus –

Il nome Maciste fin dalla sua creazione è stato emblema di forza e bontà d’animo, mantiene intatto questo simbolico significato anche il protagonista del romanzo “Maciste – Da Cisterna a Stalingrado” di Salvatore D’Incertopadre appena pubblicato dalla casa editrice Atlantide di Dario Petti.

Nelle pagine del libro spicca la capacità e l’efficacia narrativa di far vivere con coinvolgimento ed immediatezza le emozioni dei personaggi nonché l’immedesimazione negli innumerevoli tragici avvenimenti storici che ne costellano il racconto. Anche in questo nuovo lavoro trova conferma lo stile colloquiale e brillante punteggiato da improvviso umorismo che è stata fin dal suo esordio la vera cifra stilistica dell’autore. Una meticolosa e precisa ricerca storica dell‘epoca narrata aggiunge valore al romanzo.

“Maciste – Da Cisterna a Stalingrado” (ed. Atlatide – pag. 176 – € 15) è il primo romanzo non autobiografico di Salvatore D’Incertopadre. Un romanzo che potremmo definire di “epica minore” perchè srotola tra le sue pagine sia l’epopea, a cui furono chiamati uomini e donne da tutta Italia, per il miracolo della bonifica pontina sia l’amara epica dei tanti giovani italiani, i tanti pontini mandati al massacro nella seconda guerra mondiale. Il protagonista, costretto a vivere e a sopravvivere ad avvenimenti e a tragedie più grandi di lui, incarna, oltre, alla forza e alla bontà, anche la speranza e la determinazione.

L’autore, man mano che dispiega la storia e presenta al lettore i vari personaggi riesce a dipingere con parole al contempo ricercate e semplici i loro stati d’animo, la loro tormentata geografia interiore come tormentati sono i giorni del mondo in cui sono immersi. Un mondo in cui l’Umanità stava sperimentando il sonno della Ragione.

Il nome Maciste, nell’immaginario collettivo sembra evocare il mondo della mitologia classica in realtà esso appartiene al mito cinematografico come ben lo descrive con ricchezza di particolari l’autore. Il protagonista del romanzo deve, infatti, il suo nome alla passione del padre per un film di grande successo realizzato agli albori della cinematografia italiana, un settore che Mussolini incoraggiò fortemente come elemento di positiva propaganda per il regime.

Ci siamo interrogati su che cosa rappresentano o vorrebbero rappresentare i vari personaggi di questo romanzo nel grande palcoscenico della vita? Crediamo, che Maciste possa rappresentare il rito di passaggio obbligato per quei milioni di ragazzi con cui l’Italia doveva camminare per risorgere e accedere alla meta della democrazia e della libertà. Una conquista di cui tutti noi, oggi, siamo debitori. Una meta che, un personaggio femminile del romanzo, Benedetta, la madre di Maciste, ha da sempre ben chiara; ma novella Cassandra ben poco ascoltata e ancor meno creduta.

Un breve cenno alla trama: Il giovane Maciste percorre gli anni del ventennio fascista, ne assimila la retorica e fa sue le ambizioni del regime. Durante la sua adolescenza, vissuta a Cisterna di Littoria, partecipa come muratore alla costruzione di alcuni edifici di Littoria e poi di Aprilia. Vede così nel fascismo la grandezza dell’Italia e del Duce, capace di grandi opere come la bonifica e la costruzione di nuove città che tanto lavoro e benessere portarono nell’Agro Pontino, da sempre soggetto all’impaludamento e alla malaria. Poi le leggi razziali, la guerra…

 

 

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista