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Leone D’Ambrosio, “Museo. La poesia ceneriera di Libero De Libero”

 

 di Cora Craus –

Leone D’Ambrosio, profondo conoscitore dell’opera del grande poeta di Fondi Libero De Libero, ha appena pubblicato un nuovo, importante saggio critico “Museo. La poesia ceneriera di Libero De Libero” (Ed. Ensemble, Roma, 2016 – pag. 122 –  € ) Il libro è un omaggio per ricordare i  trentacinque anni della morte del poeta fondano. Ed è una documentata testimonianza dell’attaccamento di Libero De Libero ai suoi luoghi natii e di come la geografia dei quei luoghi abbia alimentato i suoi sentimenti e il suo lavoro letterario per tutta la vita.

D’Ambrosio inquadra in modo semplice, limpido ed efficace la biografia umana e poetica di De Libero nei luoghi dove è nato ed è vissuto dal 1903 al 1927, prima di trasferirsi a Roma, e come quei luoghi siano stati un costante riferimento, un costante nutrimento per la sua vita e la sua creatività poetica.

“Nelle poesie raccolte in Museo, appartenenti prevalentemente al periodo d’esordio, – scrive l’autore – è già possibile riconoscere il poeta che lascerà un impronta personale in ogni verso e tingerà la propria anima di luoghi e paesaggi a lui tanto cari. Nella poesia del poeta fondano s’intersecano vissuto, ricordo e riflessione ed è così che il poeta fa del suo territorio e del suo linguaggio una vocazione europea”.

In questo saggio, D’Ambrosio analizza la poesia di un De libero “inedito”, composizioni che sono rimaste custodite, con infinito affetto, per circa ottant’anni dalla nipote Franca.

Museo è un “libretto” che racchiude trentanove poesie inedite, scritte a china, prevalentemente tra il 1935 e il 1940, e accostate senza un ordine preciso. Apre la raccolta una poesia del 1936: Avvertimento; a chiudere è una poesia datata “aprile 1943”: Per G. che voleva una poesia dedicata a Isotta. Lo stesso De Libero a piè di pagina a precisare che “questa raccolta va riguardata come una ceneriera e non come un’ambiziosa opera. Cose nate morte, e cose unicamente alla memoria di certe giornate”.

“Siamo in un momento di passaggio e di fermento della letteratura italiana – scrive D’Ambrosio nell’ introduzione –  e quest’opera inedita è inquadrata nella storia del linguaggio lirico e nel panorama culturale suo contemporaneo. Partendo, dunque, da un’analisi della produzione poetica e critica di De Libero, si è inteso ricercare e commentare della sua opera poetica inedita consonanze, contatti e influssi con il momento letterario in questione.”

Il saggio critico di D’Ambrosio è suddiviso in otto capitoli: La geografia dei luoghi, Un lento fuoco di brace, L’ispirazione fiabesca e popolare, Il viaggio oscuro, La prigionia delle stagioni, La metamorfosi panica, Il forestiero e la solitudine, Eros e Thanatos.  “Assistiamo a una conferma – scrive ancora nella introduzione al libro D’Ambrosio – dei nodi tematici e stilistici e contemporaneamente si affacciano già alcune novità, forse non ancora del tutto definibili, ma destinati a uno sviluppo futuro”.

 

 

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Giornalista