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“Sagra del fungo Porcino”. Un successo nel cuore dei Castelli Romani

di Emanuela Federici –

 

Si è conclusa domenica la XXIII edizione della tanto decantata “Sagra del fungo Porcino”, un appuntamento sempre molto atteso nel cuore del Parco Regionale dei Castelli Romani. Questo evento ha radici profonde. Infatti la tradizione agricola della stessa comunità prevedeva fino a pochi anni fa la presenza, fra i suoi abitanti, di veri e propri “raccoglitori di funghi”, che svolgevano quest’attività come lavoro principale.

L’Associazione Pietro Pericoli, che ha organizzato la sagra, ha tenuto a sottolinearne il carattere sociale, come afferma il presidente Bruno Vauperi, grazie anche all’allestimento di una mostra micologica, della mostra fotografica “Come eravamo” e di una mostra di pittura con artisti provenienti da tutta Italia.

Tra le strade di Colle di Fuori, una frazione del Comune di Rocca Priora, non erano presenti solo invitanti scie di piatti fatti a regola d’arte, ma anche tanta musica dal vivo, stand di vario genere e giostre per i più piccini.

E se gli antichi Romani chiamavano questi funghi col termine “Suillus”, non era di certo per il magnifico abbinamento culinario col maiale, ma, seguendo una vena più fantasiosa, per il loro aspetto generalmente tozzo e massiccio, ed il termine porcino ne è l’esatta traduzione!

Favoloso in tutte le salse, questa specie di fungo del genere “Boletus”, si adatta a qualsiasi ricetta: sughi, zuppe, spezzatini e primi piatti ricchi e fumanti. E in questo evento di certo non sono mancate le pietanze migliori.

Stipati lungo i marciapiedi, gli stand dei più rinomati ristoranti della zona si sono contesi la folla accorsa da ogni parte del Lazio per assaporare deliziose specialità. Il meccanismo semplice e veloce (almeno idealmente): le file delle casse pronte a prendere le ordinazioni con menu sia all’esterno che all’interno. Poi le scoraggianti file chilometriche degli stand dei ristoranti. Da prendere bene in considerazione prima della scelta del rivenditore più opportuno.

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Il più gettonato “Zì Rìghetto” prevedeva una fila di almeno due ore. Eppure i visi erano distesi e decisi nell’attesa più che giustificata. Fettuccine, pici, gnocchetti, cellitti e strozzapreti hanno fatto da guida olfattiva alle persone che cercavano di aggiudicarsi un buon posto nelle code davanti al “Ristorante Il Bersagliere” e alla “Premiata Trattoria Prati” prima e nella ricerca del tavolo poi. Personalmente assaporati e apprezzati i cellitti ai funghi porcini e pachino e gli strozzapreti ai funghi galletti del “Bersagliere”, nonché un meraviglioso piatto di funghi porcini arrosto (anche se con tanto, tanto, tanto olio e decisamente poco pane).

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Non sono mancati nemmeno i punti dove prendere un buon caffè post-cena e, per i più golosi come me, dolci delizie tipiche, come le ciambelle al vino rosso, nonché bombe di varia foggia.

Una serata che non ha risparmiato su nulla… forse giusto sui parcheggi!

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Emanuela Federici

Emanuela Federici

Redattrice -