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Drammi affidati a un network, Latina, alzati e va’ in Questura.

di Alga Madìa –

Prendo in prestito una fotografia che trovo su Facebook, leggo alcuni commenti, alcune condivisioni. Penso, e davvero mi stupisce e mi preoccupa questo nuovo modo di intendere il senso della legalità e della giustizia, affidando le preoccupazioni e le denunce gravi come questa ad un social network.

Peccato in molti abbiano disertato la manifestazione a supporto dell’operato delle forze dell’ordine e della Magistratura, di sabato scorso nella più importante piazza della città (quella di noi tutti, del Popolo). Ma anche a sostegno della libertà di stampa e di pensiero. Avrebbero sentito parole importanti come quelle che ha speso nei ringraziamenti, il Questore di Latina, Giuseppe De Matteis: “Noi, non abbiamo scoperto nulla che voi già non sapevate. Non abbiate timore di venire a denunciare, qualunque cosa vediate, qualunque cosa possa avere necessità di un nostro intervento“, perché, come ha sottolineato Giampiero Cioffredi (Presidente dell’Osservatorio tecnico scientifico per la sicurezza e la legalità del Lazio), “la mafia e la criminalità organizzata si sconfiggono solo se riusciamo ad accompagnare l’azione degli inquirenti con una grande azione di protagonismo dei cittadini contro il crimine, per la legalità e per la giustizia”. Cosa c’è di più illegale e criminoso dello spaccio di droga? Ma davvero pensiamo che facebook sensibilizzi e soprattutto risolva il problema? Bisogna che si denunci tutto e nelle sedi deputate.

Mi fa specie dire questo, a volte anche ad attenti e sensibili osservatori che invece cadono spesso nel facile tranello del social più noto che esista ma, consentitemi, un social è solo virtuale, la vita, i problemi e i drammi sono altro.

Non saranno purtroppo i tanti o pochi “like” a darci la percezione di quanto il problema sia sentito ( spesso sono buttati là a casaccio), ma l’azione concreta. Chi c’era a sostenere la legalità e o a sostenere la libertà di stampa, quella sera in piazza? 1000/2000 persone sono nulla rispetto alle 120.000 che popolano Latina. Quante sono state le persone che hanno “affollato” l’ufficio denunce della Questura, dopo i fatti che hanno portato 24 persone in carcere?

Bisogna che ognuno di noi si prenda finalmente le sue responsabilità, anche di cittadino e la finisca di affidare “solo” ai social i problemi più gravi, ottenendo probabilmente un ridimensionamento del problema stesso, come se fossero, i drammi della città e di noi stessi, una bella fotografia scattata durante l’ultima vacanza al mare.

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