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Bassiano: una mamma scrive al Presidente Matteo Renzi

di Elisabetta Calandrini –

I cittadini di Bassiano proprio non ne vogliono sapere di stare con le mani in mano sperando che qualcosa cominci a dare i propri frutti. La questione sulla chiusura delle scuole è argomento scottante ma anche delicato ed importante per essere accantonato. I genitori degli studenti restano attivi nella loro esasperata contestazione, in attesa che qualcuno li ascolti e comprenda i propri animi. Una mamma, a tale proposito, ha deciso di scrivere una lettera al nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Sono parole forti che raccolgono il dispiacere di tutte le famiglie coinvolte nel caso. Parole ricche di speranza, perché i bambini di sei anni non vadano a studiare a 10 chilometri di distanza per rincasare nel pomeriggio, quando è già ora di studiare.

‘’Signor Presidente,
a scriverLe è: una mamma, un’insegnante, una cittadina.

Vengo subito al punto: il 30 dicembre scorso una delibera della regione Lazio ha decretato a partire dal prossimo anno la chiusura della scuola primaria e secondaria di Bassiano (LT), unico caso in tutta la regione, per l’esiguo numero dei frequentanti.

Noi genitori da quel momento non troviamo più pace, abbiamo costituito un comitato di lotta per il diritto allo studio, abbiamo aderito all’iniziativa del Comune di fare ricorso al Tar, abbiamo lanciato una petizione online, attivato una fanpage, abbiamo partecipato a trasmissioni televisive, siamo stati coinvolti in riunioni in Provincia e aspettiamo che qualcuno della Regione ci ascolti.

Ma finora abbiamo sentito tante chiacchiere e poche proposte volte a salvare il nostro plesso.

Bassiano è un paese di montagna, d’inverno le temperature sono rigide, le strade spesso sono ghiacciate, oltre che tortuose.
I nostri figli dall’anno prossimo diventeranno pendolari prima del tempo, usciranno di casa col buio, dovranno affidarsi all’esperienza di qualche buon autista (quand’anche ci sarà, visto che spesso il servizio di trasporto, che paghiamo, è inesistente), tornare a casa quando è già l’ora di fare i compiti pomeridiani.

Non possiamo rassegnarci a questa prospettiva.
Ricordo bene quante parole Lei ha speso per la scuola, e un brivido mi è corso quando nel discorso di insediamento del neo Presidente ho sentito dire che “La Costituzione deve anzitutto garantire il diritto allo studio dei suoi giovani cittadini”.

Le chiedo perciò di tenere a cuore il nostro caso, di attivare tutti i canali possibili, di sensibilizzare il governatore Zingaretti, di aiutare un piccolo borgo a non perdere la sua vitalità, a non morire sotto la scure della logica aziendale.

Grazie della Sua attenzione, Signor Presidente.

W LA BUONA SCUOLA!!!’’

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