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La tiella, per esaltare i nostri prodotti

di redazione –

La tradizione culinaria del nostro territorio mette ai primissimi posti la famosissima (e antichissima)  Tiella di Gaeta.

Se ne trovano tracce (di scritti, chiaramente!) fin da tempi davvero lontani e se ne racconta una leggenda riguardo la sua nascita che avvenne in seguito ad una grave carestia, quando una donna raccolse tutto quanto rimasto fra le poche provviste e le inserì all’interno di una specie di sacca di pasta sfoglia, cucinata poi sulla brace e divisa in parti uguali.

L’aristocrazia dell’800 gradiva quella con i calamaretti, ma anche quella con il ripieno di alici, mentre i ripieni conosciuti fin da allora di baccalà o scarola, olive e capperi erano preferite dalle classi meno abbienti.

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La portavano con sé coloro che emigravano, per esempio, nel periodo dei Borboni e che lasciavano la città per andare alla ricerca di un lavoro che i tempi (corsi e ricorsi) non permettevano.

Rappresentava e rappresenta ad oggi un piatto unico, ricco di sapore e adatto a conservarsi, senza perdere il gusto anche il giorno dopo.  la sua preparazione permetteva di avere un pasto completo che si conservasse anche per alcuni giorni. Caduto il regno Borbonico, la tiella divenne pasto principale per tutti gli emigranti che lasciavano Gaeta in cerca di lavoro.

Messa da parte perchè ricordava periodi di grande miseria, negli anni del boom economico, si è riaffacciata prepotentemente sulle tavole dei cittadini gaetani e dell’intero territorio pontino si spera per non abbandonarle mai più.

La si trova facilmente, oltre che nei ristoranti tipici della tradizione locale, anche nei panifici, tavole calde e nelle più specializzate tiellerie.

Dal ripieno nascosto fra due sfoglie circolari di pasta sfoglia sottile sigillata ai lati per non consentire la fuoriuscita del ripieno e cotta in forno a 200° per circa 45 minuti.

L’imbarazzo della scelta che riguarda il ripieno è davvero enorme: scarola, alici e capperi, polipetti, polpo, calamari, baccalà, cipolla….

Si può, con un po’ di fantasia preparare in casa, ricordando la  leggenda e usando rigorosamente prodotti del nostro territorio.

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