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Il ’68 a Latina raccontato attraverso i libri: “Il Cùnsolo” di Floriana Giancotti

 

di Cora Craus –

 

Il romanzo di Floriana Giancotti, “Il Cùnsolo”, con uno stile pulito e fluente ripercorre le vicende di tre generazioni soffermandosi sulla generazione che ha attraversato, vissuto e costruito il ’68 a Latina. Il ‘68 ha segnato un felice punto di non ritorno nella cultura, nel lavoro, nel costume della società occidentale; conquiste simili avvenivano solo con feroci e sanguinose guerre. “Il romanzo – scriveva Honorè de Balzac – è la storia privata delle nazioni”, affermazione che ci suona quanto mai veritiera applicata al libro di Floriana Giancotti.

“Il Cùnsolo” è, nel dialetto dei monti Lepini, il pranzo di consolazione cui si dà vita alla morte di un congiunto. Ed è la morte del padre che riunisce i quattro figli, tre sorelle ed un fratello, con le rispettive famiglie da cui prende il via un amarcord che è familiare, sociale e politico. Il romanzo possiamo definirlo come un libro cerniera, uno spartiacque tra il prima del ’68 e il dopo.

Protagonista e voce narrante, è Francesco, per tutti Chicco, giovane studente “rapito” dalla politica, dalla volontà di lotta, dal desiderio di giustizia sociale: il comune sentire di tanti giovani di quel periodo storico. Un periodo che si potrebbe sintetizzare con il titolo di un famoso libro “Formidabili quegli anni” di Mario Capanna leader di Potere Operaio.  A cinquant’anni di distanza, rimane uno dei periodi più controversi della recente storia politica italiana. Dove l’idea di una prodigiosa libertà si è scontrata, negli anni successivi, con la volontà di “restaurazione” da una parte e di violenza dei “compagni che sbagliano” dall’altra.

Le vicissitudini politiche e sentimentali di Francesco srotolano con efficacia il clima di fermento, di grande aspettative che regalò ai giovani di allora energia, entusiasmo e tanta Utopia: “A volte, anzi spesso, mi trovavo in situazioni paradossali, ma sempre in gruppo, con gli amici, i compagni, perché il personale è politico e la politica si deve far carico dei bisogni reali delle persone. C’era questa nuova parola magica. “Bisogno” che giustificava le nostre azioni. Era l’essenza del socialismo. A ciascuno secondo i propri bisogni, declamavano con rabbiosa convinzione”.

“Il Cùnsolo”, da un punto di vista femminile è uno specialissimo e prezioso affresco dove le quattro figure femminili, le tre sorelle e Civitina la madre, con i loro caratteri, le loro aspirazioni, le loro paure e le loro ribellioni raccontano molto della condizione femminile e del suo evolversi verso un agognata ed inquieta emancipazione. Emblematiche le parole di Teresa la seconda sorella: “Come definisci il timore che mi paralizza, come definisci questo arrendersi ad un destino già scritto? Volevo la libertà ed adesso che è a portata di mano mi sento in catene, Perché la libertà non si trova per caso sul proprio cammino, ma è la strada sulla quale si cammina…”.

Emerge tra le pagine una questione dolorosa e difficile da contrastare ieri come oggi: la violenza sulle donne. Abbiamo apprezzato molto le pagine dedicate al tema soprattutto perché narrano il superamento, l’esito felice di una situazione che sfiorava il femminicidio. Pagine portatrici di un messaggio positivo, di una speranza e un concreto invito a denunciare, a liberarsi della violenza chiedendo aiuto. “Marinella, così si chiamava la mia professoressa. Aveva una storia di donna maltrattata, con ben due ricoveri in ospedale con gravi ferite dovute alle percosse del marito. La prima volta non lo aveva denunciato perché suo padre, un cattolico intransigente, l’aveva convinta a perdonare, la seconda volta, per non svegliare i figli che dormivano, era quasi morta dissanguata”. In questo romanzo, pagina dopo pagina, le vicissitudini dei personaggi si fondono con la Storia risvegliando ricordi e nostalgia in taluni e curiosità ed interesse nei più giovani.

Il Cùnsolo – Floriana Giancotti  (ed. Atlantide – pag. 252 – € 15)

 

 

 

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista