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Donna all’attacco. Latina – Bari 1 a 2, e Mark vede sfumare i tre punti negli ultimi minuti.

di Alga Madìa –

Fa di nuovo caldo, e questa è già cosa buona, sicuramente per me, magari molto meno per i giocatori. Ma tant’è, il clima non si sceglie.

Un’occasione da gol  improvvisa ci lascia ben sperare. Ci sono tutti i nostri. Tutta la squadra in campo riesce a non farsi sopraffare dal Bari, che come dicono tutti qui, è  nettamente superiore. A me non sembra.

Restiamo in dieci per qualche minuto quando per un infortunio, esce Daniele Corvia, poi sostituito da Jefferson.

Un primo tempo con poche emozioni, anche se va detto, l’ultimo quarto d’ora ce li siamo ritrovati spesso nella nostra metà campo, quando improvvisamente un’azione veloce mette la palla sul piede di Luigi Scaglia che di sinistro segna un gol mirando all’angolo alto della porta, rendendola imprendibile per il portiere del Bari, Guarna.

Si va negli spogliatoi,  io a bere perché il caldo si fa sentire. 1 a 0 per noi.

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Il secondo tempo non va diversamente salvo che con un gol in tasca siamo tutti un po’ più rilassati. Ogni tanto qualche qualche fallo di troppo.   Brividi poi per una punizione battuta a 10 metri dalla linea di rigore che però non aumenta il nostro tesoretto  (Vabbè, si fa per dire).

Ora, vorrei tornare su una questione che ai più sembrerà irrilevante; dopo essere stata simpaticamente “rimproverata” dal collega Abbruzzino,  per aver dato del “bel” al coach Iuliano, io sento di dover continuare a tenergli testa, perché in realtà è, come diceva mia nonna “un pezzo d’uomo” che non sarà Mancini o Mouriņo,  ma il suo fascino ce l’ha. Un uomo di cui sto imparando a conoscere, e ormai potrei farne l’imitazione, tutti i movimenti all’interno di quell’aria tecnica di cui spesso supera i limiti. Nervosetto non poco, ma lo capirebbe chiunque  che in questo ultimo quarto d’ora si sta giocando ‘sti tre punti preziosi come l’oro.

Bevono tutti, a ogni stop del gioco e pure lui, che non ha perso però il vizio di dissetarsi come faceva quando giocava,  sputando l’acqua anziché berla.  Mark, ti prego,  con la cravatta blu sull’abito scuro, davvero non sta bene, non si fa!

Torniamo alla partita. Il Bari in fondo non era così pericoloso se lo abbiamo tenuto a bada per 83 minuti. Fargli fare il gol del pareggio  e dopo pochi minuti quello che fa sfumare la vittoria ormai intascata di questa  parita, ora,  rende nervosa e incredula me.

Qui tutti sanno bene come e  cosa avrebbero potuto e dovuto fare per portare a casa il risultato. Io no. Ma forse bastava  resistere un altro po’. Iuliano mio bisogna correre ai ripari.  E presto.

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