ED editoriale

Je suis Charlie. Quel colpo mortale al cuore di Parigi, al cuore della libertà.

Je suis Charlie. Oggi il Charlie Hebdo ha subito un vile attentato  terroristico da parte di farabutti estremisti musulmani che hanno ucciso quattro fra i suoi più importanti vignettisti. Colpiti loro e altre 8 persone, quasi tutti disegnatori, mentre stavano per incontrarsi nella consueta riunione di redazione settimanale.

Raccontavano il mondo attraverso vignette satiriche e li hanno uccisi gridando cosi di aver rivendicato il profeta.  Non erano ne’ improvvisati, nè impreparati, ma anzi terroristi molto ben addestrati. Il Presidente Holland ha immediatamente convocato una riunione con i vertici dell’antiterrorismo. Qualcosa di duro e incomprensibile che ricorda gli anni di piombo vissuti in Italia durante il periodo dell’attentato ad Aldo Moro.  

12 morti, 20 feriti, di cui 4 in condizioni gravissime.

Simbolicamente tutti i parigini che si stanno ritrovando ap Parigi e non solo per una manifestazione spontanea, un sti in silenzioso,  metteranno una matita come segno di protesta e di solidarietà.  Possiamo metterla tutti noi da subito e per un tempo indefinito,  una matita in evidenza  nel taschino, per gridare in silenzio tutta la nostra indignazione per chi ha inferto questo duro colpo al cuore di Parigi, al cuore del mondo.  Un attacco barbaro ed esecrabile che non colpisce solo il giornale di Charlie Hebdo, ma tutti gli organi di stampa, quanti a vario titlolo esercitano  la professione di giornalista.  Di più, si dovrà sentire colpita non solo la libertà di stampa, ma la libertà di chi legge, di chi vuole sapere, conoscere, capire, la liberta di quell’ espressione con cui si può anche non essere d’accordo.

Di chi vuole comprendere cosa accade nel mondo attraverso chi il mondo lo racconta tutti i giorni.  Siamo tutti Charlie, noi che per queste libertà fondanti la vera democrazia abbiamo combattuto per secoli, non ce la faremo portar via da questi criminali a cui davvero non sappiamo dare un nome che sia in grado di includere tutti i nostri sentimenti peggiori.

Previous post

I nostri giorni e le mie parole.

Next post

1933 - Un anno terribile di John Fante

Alga Madia

Alga Madia

Direttore responsabile