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I Venerdì Letterari a Sezze: “Via delle Zite 18 – Non sono diventato uno scugnizzo”

di Redazione –
Venerdi, 24 novembre alle ore 17,30 presso il Museo archeologico in via Bruno Buozzi di Sezze, nell’ambito dei “Venerdì Letterari” sarà presentato il romanzo di Salvatore D’Incertopadre “Via delle Zite 18 – Non sono diventato uno scugnizzo”. Insieme all’autore interverranno la giornalista pontina Cora Craus e Dario Petti editore della casa editrice Atlantide.

“Via delle Zite 18 – Non sono diventato uno scugnizzo” (pag.233- ed. Atlantide -€15) è un tuffo nei ricordi, un ricordo collettivo e condiviso, un ricordo di quella terra straniera che è il proprio passato, per dirla parafrasando Gianrico Carofiglio; un passato che nel romanzo di Salvatore D’Incertopadre si trasforma e diventa linfa vitale, testimonianza della legalità quale carta vincente per una vita autentica.
È un libro che racconta una storia positiva, di successo ed è racchiusa in quel sottotitolo “Non sono diventato una scugnizzo”.

Il romanzo è l’affresco di una varia e colorata umanità popolare, di un popolo napoletano che vive nei bassi, le case più povere di Napoli, le case degli ultimi, ma non necessariamente degli emarginati.
In questo nuovo libro, oltre, alle belle e precise descrizioni storiche- artistiche di Napoli, vi sono altri fili conduttori il primo è il cinema che fa capolino fin dalle prime pagine quando Salvo, il protagonista, descrive la sua futura mamma Adelina molto somigliante alle attrici come la Maltagliati o la Calamai.
Il cinema nelle parole dell’autore diventa il documento, la fotografia della metropoli del sud nell’immediato dopo guerra.
Tra le tante leggende-verità, narrate, vi è il ricordo di Concetta Muccardi, la popolana che vendeva sigarette di contrabbando, la cui storia fu immortalata da De Sica nel film “Ieri, oggi e domani”, Con Sofia Loren e Marcello Mastroianni. Nel libro vi sono riportati particolari e curiosità sul ruolo della stampa e della politica nazionale sulla vicenda.
Nelle pagine del romanzo oltre ai monumenti, alle tradizioni ludiche e religiose come le festa di Piedigrotta, vi sono digressioni sociali e s’incontrano figure come i “femminielli” vale a dire i transessuali che a Napoli non hanno mai veramente dovuto subire l’emarginazione. Forse, scrive, l’autore, nemmeno durante il fascismo che pure ne fu ossessionato e di conseguenza spietato nei loro confronti.
Molto, meno tollerante, lo è stata, Napoli, al pari del regime e di tutta la società, nei confronti dell’omosessualità femminile dove l’etichetta di “pazza” e la brutalità dei manicomi, per le donne, era dietro l’angolo. Salvatore D’Incertopadre, in “Via delle Zite 18 – Non sono diventato uno scugnizzo”, con un ordinato flusso di pensieri, con un elegante tuffo nei ricordi ci racconta con spontaneità e spigliatezza un romanzo che è una biografia e una biografia che è il romanzo di un’epoca.

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