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Sabaudia, set di Scipione l’Africano, nasceva il 5 agosto 1933

di Marina Cozzo

Il 5 agosto 1933 veniva posta la prima pietra di quella che verrà considerata una delle perle d’Italia: Sabaudia.


Il luogo venne prescelto da Valentino Orsolini Cencelli, Commissario dell’Opera Nazionale per i Combattenti, e venne così chiamata in onore di Casa Savoia, la dinastia regnante.
Dopo 253 giorni, il 15 aprile 1934, la città venne inaugurata dal Re Vittorio Emanuele III e dalla Regina Elena di Montenegro.
Da quel giorno Sabaudia, grazie alla struttura edilizia ed alla bellezza panoramica, divenne un importante centro turistico, nonché rinomata località balneare.

Vittorio Emanuele e Elena

Come tutta la zona dell’Agro Pontino, anche Sabaudia era cellula di quell’immensa palude, per bonificare la quale si adoperarono papi e finanche Leonardo Da Vinci, senza tuttavia riuscirvi.

Infatti, fu solo negli anni ’20 e ’30 sotto il Governo di Benito Mussolini, che il progetto si realizzò nella sua concretezza.

Il 21 aprile 1933 veniva bandito un concorso per la costruzione della città di Sabaudia, vinto da quattro architetti: Gino Cancellotti, Eugenio Montuori, Luigi Piccinato e Alfredo Scalpelli, tutti aderenti al movimento Italiano per l’Architettura Razionale (M.I.A.R.).

Il Ministro Alfieri in visita a Sabaudia sul set

In otto mesi appena da quel 5 agosto, quel tratto di terra selvaggia e malarica, divenne città, già così ospitale ed elegante da esser eletta quale set per il colossal Scipione L’Africano.
Nel dicembre 1936, il Duce visitò il territorio dove erano in corso le riprese dello storico lungometraggio.

Erano in corso i preparativi per la scena della Battaglia di Zama che la cronaca del cinegiornale così riporta: “Il Ministro per la Stampa e Propaganda S. E. Alfieri visita l’accampamento dove si aggirano guerrieri romani e cartaginesi, che si preparano ad affrontarsi in una delle più memorabili battaglie della storia e della cinematografia. Guidati da S. E. Alfieri anche i rappresentanti della stampa estera, dopo aver assistito alla celebrazione del quinto annuale della provincia di Littoria, hanno visitato, curiosi ed ammirati, quello che ormai per antonomasia è chiamato il “Campo di Zama”. Questo fervido cantiere della più importante ripresa del superfilm della risorta cinematografia nazionale è stato onorato anche da una visita del Duce, ricevuto dal Presidente dell’Istituto Luce e del consorzio Scipione l’Africano Marchese Paolucci di Calboli e dal Direttore Generale per la Cinematografia nazionale Freddi. Il Duce è salito sul praticabile donde si domina la pianura popolata da diecimila comparse in armi. Il regista Carmine Gallone ha illustrato al Duce il piano di ripresa e le varie macchine che inquadrano le schiere di Scipione, gli elefanti corazzati e i mercenari di Annibale”. Scorrono le immagini: Benito Mussolini guarda dentro la macchina da presa, sorride soddisfatto.”


I figuranti, rotte le file erano tutti intorno al Duce, a manifestare l’entusiasmo di quell’opera cinematografica in quella Città Nuova e subito amata.

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Marina Cozzo

Marina Cozzo

Giornalista