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Drappo Rosso a catena, per il 70° anniversario del suffragio alle donne

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Sara Di Petrantonio

Il 2 giugno, Festa della Repubblica, tutte le finestre d’Italia ostenteranno uno scialle rosso, per commemorare l’anniversario della conquista delle donne del voto e contro il femminicidio.
L’iniziativa è stata lanciata per “Whatsapp”, la chat che ormai rappresenta il più veloce ed utilizzato sistema di comunicazione e con un “passa parola” vengono coinvolte tutte le donne dei “tuoi contatti”. Con essa, inoltre si vuole rendere un piccolo pensiero a Sara Di Pietrantonio, la ragazza romana uccisa barbaramente dal suo ex fidanzato.
Si tratta di una sorta di “Catena di Sant’Antonio”, ma questa, vivaddio con finalità importanti e sentite, che così recita:
“”Con l’ennesimo orribile delitto che si è consumato ai danni della 22enne Sara Di Pietrantonio io e altre donne, in numero crescente, abbiamo deciso di intraprendere una serie di azioni martellanti volte ad estirpare la cultura del femmincidio ormai diventato ennesimo motivo di imbarazzo del nostro Paese. Stiamo organizzando una prima protesta molto semplice: il 2 giugno, 70esima ricorrenza del voto alle donne italiane, esponete alle vostre finestre un abito, un lenzuolo, una bandiera, qualsiasi cosa di colore rosso. Simboleggia il sangue versato dalle donne uccise dai loro uomini, o ex uomini, o corteggiatori rifiutati. Sarà solo il primo passo. Partecipate e non abbiate paura di passare per delle rompiscatole, come cercherà di farvi credere un certo tipo di persone (uomini e donne) da tenere alla larga perché non vogliono il vostro bene.” Fai girare”.

Questo il testo, questa l’intenzione.

Anna_Maria_Mozzoni la prima donna che promosse nell'800 la petizione per il suffragio universale

Anna Maria Mozzoni la prima donna che promosse nell’800 la petizione per il suffragio universale

Così, settanta anni fa, dopo oltre un secolo di lotte femministe, Il 2 giugno 1946 le donne italiane andarono per la prima volta alle urne in occasione del referendum su repubblica o monarchia e per le elezioni politiche.

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Nilde Iotti

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Tina Anselmi

La legge che consentiva elettorato attivo e passivo alle donne diede immediatamente i suoi frutti, e già alle prime amministrative vi furono donne elette nelle amministrazioni locali, come Gigliola Valandro (Democrazia Cristiana) e Vittoria Marzolo Scimeni (DC) a Padova[16] o Jolanda Baldassari (Democrazia Cristiana) e Liliana Vasumini Flamigni (Partito Comunista Italiano) a Forlì.
Poi, alle elezioni dei deputati dell’Assemblea Costituente, le donne elette risulteranno 21; cinque di esse (Maria Federici, Angela Gotelli, Nilde Jotti, Teresa Noce, Lina Merlin), faranno parte della Commissione per la Costituzione incaricata di elaborare e proporre il progetto di Costituzione repubblicana.

Così, finalmente, a conclusione di un travaglio durato oltre un secolo, la Costituzione italiana del 1948 garantirà alle donne pari diritti e pari dignità sociale in ogni campo (articolo tre).
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è fatto padrino di una mostra sui 70 anni di voto alle donne: Documenti, volantini, fotografie, schede elettorali.

Marina Cozzo

 

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Marina Cozzo

Marina Cozzo

Giornalista