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Autrici pontine. Libri di ieri, libri di oggi

 

Di Cora Craus –

Libri di autrici pontine. Quest’oggi, care lettrici/tori condivido con voi un ricordo, scelto tra i file del mio personalissimo, molto arbitrario e pochissimo esaustivo catalogo dei libri di autrici pontine e dintorni. Autrici che ho conosciuto personalmente o solo “incrociate”, i cui libri e la cui lettura hanno fatto emergere, in me, emozioni profonde, riflessioni dolorose e riflessioni politiche: nell’accezione del “non è consentita l’indifferenza”. Donne che narrano di donne.

Parole usate come spietate lenti d’ingrandimento, libri che hanno fatto per me e con me un lavoro di analisi. Ma in fondo non è questo il compito ultimo di ogni lettura? Aprire uno squarcio nel personale “sottosuolo”? Tutte le letture sono state importanti compagne di viaggio, ideali amiche elettive, testimoni di un trasversale spirito di sorellanza. A tutte sono debitrice di un aggettivo, un sostantivo, dell’eleganza di una frase…

Confido, ma l’ho già fatto tante volte, di avere un innato rispetto, una irrazionale solidarietà, al di là del risultato oggettivo, per chiunque compia lo sforzo di prendere una penna e faccia la fatica di provare a decifrare a comunicare ciò che si agita nella sua mente, nella sua fantasia, nella sua creatività. Così come credo che qualunque cosa si scriva, dalla favola al saggio di analisi di matematica, rimanga sempre una traccia dell’essenza emotiva, sociale e morale dell’autrice, un infinitesimale pezzetto della sua anima.

“FARRAGGINE –  Una raccolta di poesia” di Caterina Nagliatti

“Farraggine”, ovvero mescolanza, il libro edito da “Club Nuova Immagine” – Latina, un pretesto per rendere omaggio a Caterina Nagliatti, poetessa latinense di “adozione”, scomparsa il 26, novembre del 2001.Caterina terminati gli studi a Ferrara nel ’35, raggiunse i genitori che vivevano già in terra pontina dal ventinove.  Proviamo, come sempre, un senso di ritrosia, di pudore a parlare di poesia perché essa mette a nudo ancestrali risonanze, profondità di emozioni e sentimenti, la cui portata a volte sfugge all’autore stesso. E “Farragine”, l’ultima pubblicazione di Caterina, è una mescolanza di poesie in cui traspare tutta l’immane solitudine interiore dell’autrice, una donna sensibile, ferita ma non domata ed i suoi versi appaiano più un ultimo disperato grido di speranza che un lamento: “Sola, /come lo scoglio antico / frustrato dai marosi. / Sola /nel mare delle vita / in bonaccia e in bufera”.

I sentimenti di certo non hanno sesso ed i versi della Nagliatti toccano l’anima, il cuore di chi ha il coraggio di ascoltarli, di accettarli. Ma con certezza sentiamo che la poesia di Caterina entra in una “dimensione di voci di donne” da sempre abituate alla rinuncia e al sacrificio di sé: per amore, per un ideale, per un illimitato e malinteso senso del dovere.

In altra struggente e drammatica pagina del libro abbiamo sentito, profondamente, nelle nostre carni la sua lacerazione di donna, l’acuto dolore di mamma, volutamente, mancata, frenata da una mortale osmosi creatasi tra un eccesso d’amore, di paura, di sfiducia nella vita: “Non chiedo perdono/ d’averti negato /la luce. / Ti ho fatto / un gran dono. / Oggi/ son sola, ma tu / non sei disperato.” Con questi versi termina una lunga e angosciata poesia, che a noi è sembrata un’accorata e disperata lettera ad “Bambino mai nato”. Forse…un abbraccio, lo sguardo di un’altra donna, che pur con le stesse paure, ma forte di una fede incrollabile nella vita, avrebbe permesso a Caterina di provare una gioia immensa, quella della maternità…forse.

Oltre che una dolce e sensibile poetessa, chi era Caterina Nagliatti?

Senza retorica possiamo affermare: una figura di donna eccezionale per Latina.  Schiva, riservata, eppure coraggiosa ed intraprendente, disponibile e generosa è stata prima donna pubblicista della provincia di Latina ad iscriversi all’Ordine, socia fondatrice, nel 1957 dell’A. V. I . S   a Latina (Associazione Volontari Italiani del Sangue), Medaglia d’oro. Convinta europeista ante litteram, nel 1965 è stata la fondatrice dell’A. E. D. E. ( Association Europèènne des Enseinants) – Gruppo di Latina.

Ha collaborato con le più importanti testate giornalistiche scrivendo 640 articoli, oggi, conservati nell’Archivio di Stato di Latina, ed essi possono, davvero, rappresentare l’occasione per rileggere la storia locale attraverso vecchie cronache. Caterina Nagliatti ricordava l’antica Littoria “come una città composta, silenziosa, ordinatissima, c’era molta calma, rispetto ed educazione. Era molto più facile allacciare rapporti umani nonostante ci fosse gente che veniva un po’ da ogni parte d’Italia. Nel ’39 insegnavo in una scuola di Borgo Faiti e nei loro battibecchi gli alunni si dicevano: “stai zitto cispadano”, “Smettila marocchino”. Frasi e parole che sono rimasti nel vocabolario dei primi abitanti dell’Agro Pontino”.

“Un passato ancora troppo recente per essere ricordato – dichiarava la stessa Nagliatti, a Carla Falconi –  ma già estremamente significativo e proprio di un epoca in cui si respirava un aria nuova e un senso di modernità, quasi che Latina fosse veramente quella terra promessa ipotizzata e raccontata nelle pagine di “Terra Nova” di Corrado Alvaro”.  “I suoi scritti, – scrive ancora Carla Falconi – tra il ’58 e il ’61 e gli undici racconti pubblicati con il titolo “Frammenti di vita”, rappresentano uno spaccato significativo della storia latinense dei primi decenni e ricostruiscono l’immagine di una città attraverso le tracce di un inconscio collettivo rimosso troppo in fretta”.

 

 

 

 

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista