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Donne in lotta. Le giornaliste nella Costituente: la libertà di stampa, una libertà tutta da costruire.

 

di Cora Craus –

“Donne in lotta. Le giornaliste nella Costituente” vogliono essere dei cammei biografici dove ricordare le giornaliste, donne che non hanno mai smesso di lottare per le donne. Compagne, amiche, donne di sinistra, donne di centro, donne di destra, donne monarchiche, così era composta l’Assemblea Costituente, che si sono impegnate in prima persona fondando, dirigendo giornali e scrivendo articoli di protesta o di sostegno.

Sei furono le giornaliste fra le ventuno donne della Costituente. In un momento difficile come l’attuale dove i giornalisti vengono attaccati, minacciati di morte dalla malavita organizzata, azzittiti da certa politica, sotto questa pesante pressione sociale, vogliamo volgere il nostro pensiero a queste donne e colleghe che lottarono per la costruzione della nostra democrazia. Donne e giornaliste, che credettero in una società libera. Tra le ventuno donne della Costituente, sei fecero dell’articolo 21 (l’articolo della Costituzione italiana che difende la libertà di stampa e la libertà di manifestare il proprio pensiero) il loro inno di battaglia per una libertà che era tutta da costruire ieri e da difendere oggi senza se e senza ma.

Le donne della Costituente conobbero l’orrore dei campi di sterminio, furono staffette partigiane, scrissero e lottarono per un ideale di libertà sotto il fascismo, conobbero la tortura, il carcere, l’umiliazione, la fame. Donne che attraverso gli ideali e la parola alimentavano, nei momenti più bui, il loro coraggio come Teresa Noce autrice dell’articolo 3 della costituzione che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Fu Lei, Teresa Noce, l’antesignana della lotta delle donne per la parità di diritto, di salario, di opportunità e di emancipazione per tutte le donne: le nostre figlie, le nostre sorelle, le nostre compagne.

Chi erano, o meglio, chi sono queste giornaliste?  Queste donne pietre fondanti della nostra Repubblica?

Laura Bianchina, esponente della Democrazia Cristiana, impegnata in una dura battaglia a favore di una scuola pubblica. Nadia Gallico Spano del Partito Comunista che, quasi ad esorcizzare i famigerati e lugubri treni piombati che partivano dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano, creò i “treni della felicità”, trovando una famiglia a settantamila bambini meridionali orfani di guerra.  Come non ricordare Rita Montagnana, Teresa Noce, Maria Maddalena Rossi, Ottavia Penna Buscemi, quest’ultima il suo partito la candidò a Presidente della Repubblica, carica poi ottenuta da Enrico De Nicola. Crediamo che eleggere un prossimo Presidente della Repubblica donna, a oltre 70 anni da quel primo tentativo, sarebbe un messaggio “rivoluzionario”.

L’acquisizione di responsabilità delle donne della Costituente, la loro scelta di vita, il loro coraggio, è stato un esempio a cui spesso si sono ispirate le passate generazioni “Per una donna riferirsi ad un’altra donna – scrive Maria Gregorioè il solo modo che abbiamo per realizzare il nostro desiderio nel mondo, modificando l’ordine esistente”. Noi crediamo che mai come oggi possano rappresentare un esempio da seguire, da emulare in una società sopraffatta dal profitto, una società che ha perso il senso di comunità e il valore dell’umanità, vero indispensabile nucleo per guardare con fiducia al futuro delle nostre figlie/i, delle nostre nipoti, del nostro pianeta.

 

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista