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Si chiudono i battenti alla Festa del Cinema

di Chiara Trabolotti –

 

Eccoci giunti al capolinea. Ultima giornata di questa fantastica avventura terminata con un menù assai ricco e succulento che ha visto l’ultimo film in selezione ufficiale, retrospettive d’autore, popolate quasi sempre quest’ultime da critici e appassionati cinefili e due incontri con artisti d’eccezione, infine è stato decretato il vincitore della sezione parallela dedicata ai più giovani denominato “Alice nella città”.
Ma andiamo per gradi. Ad aprire i battenti è stato alle 11 presso il Maxxi, il documentario-omaggio su Pier Paolo Pasolini dal titolo: “Pasolini. Il corpo e la voce” di Maria Pia Ammirati, Arnaldo Colasanti e Paolo Marcellini con la consulenza della cugina dello scrittore corsaro, Graziella Chiarcossi. È il secondo tributo a cui assistiamo in questa Festa del cinema e la cosa non può che farci piacere. A 40 anni dalla sua scomparsa il poeta friulano è più vivo che mai, negli sguardi affascinati di tanti giovani che hanno seguito con molto interesse la pellicola. Il documentario vuole restituire un ritratto inedito di Pasolini, costruito solo con i materiali d’archivio custoditi da Rai Teche. Emerge il poeta maestro: la voce contraddittoria e polemica, lo sguardo struggente e spesso umoristico di un uomo per la sua Italia amata e temuta.
Sempre nella sezione retrospettive troviamo il film di Antonio Pietrangeli: “Io la conoscevo bene”, selezionato tra i 100 film italiani da salvare, che chiude il viaggio alla scoperta del suo cinema. Il pluripremiato regista e sceneggiatore è stato ricordato dall’attrice Stefania Sandrelli protagonista del citato film, che ha calamitato l’attenzione dei presenti sfilando sul red carpet.
E come degna conclusione tra i film di quei geni della Pixar Animation, è stato proposto il cartone animato “Alla ricerca di Nemo”. Solo bambini accompagnati dai genitori? Assolutamente no. C’era una presenza massiccia di adulti accompagnati dai bambini. Un film dunque che mette daccordo proprio tutti. Divertente, spassoso e intelligente.
Ma oggi è stato anche decretato il film vincitore di “Alice nella città”. Una giuria più che mai convinta del responso quella composta da 22 ragazzi e ragazze tra i 15 e i 18 anni selezionati su tutto il territorio nazionale e i direttori artistici Fabia Bettini e Gianluca Giannelli. Dunque premio come miglior film del concorso Young/Adult a “Four Kings”opera prima della regista tedesca Theresa Von Eltz. Il film racconta la storia di 4 ragazzi che trascorrono il Natale in una clinica psichiatrica. Sotto le cure del Dott. Wolff passeranno insieme un’indimenticabile esperienza.
Questa la motivazione della giuria: “Per la grande efficacia e sensibilità di quest’opera prima, per la recitazione travolgente e studiata, per la sua fotografia dai colori freddi ma capaci di trasmettere calore e per il giusto equilibro tra musiche e silenzi”.
Mentre il Premio Taodue “Camera d’Oro 2015” come miglior opera prima è andato alla regista Crystal Moselle per il film “The Wolfpack” , una trama intensa, curiosa e difficile che propone la vera storia di 7 fratelli vissuti chiusi in casa fino all’adolescenza, con solo il cinema a raccontargli il mondo. Presso la Sala Mazda Cinema Hall durante la premiazione era presente la giuria presieduta dal regista Giovanni Veronesi e composta dall’attore Michele Riondino, dalla produttrice Camilla Nesbit, dal regista Fabio Mollo, la regista Celine Sciamma, l’attrice Sara Serraiocco, il comico Edoardo Ferrario e dal fenomeno virale conosciutissimi dal mondo web, i The Pills: Luca Vecchi, Luigi Di Capua e Matteo Corradini.
Infine una menzione speciale va al film “Mustang” di Deniz Gamze Erguvem. “Per la forza e la gioia con cui racconta, attraverso una regia forte e matura e un tono allo stesso tempo leggero e drammatico, l’animo di 5 giovani donne e il loro passaggio da un’adolescenza segregata a una vita adulta imposta”.
Per quanto riguarda invece il Premio del Pubblico Bnl, si dovrà attendere la giornata di domani per conoscere il film vincitore della selezione ufficiale, che ha visto quest’anno 37 pellicole provenienti da 24 Paesi del mondo.
Presso la Sala Sinopoli alle 21 è stato presentato l’ultimo film che concorre per il suddetto Premio: “Legend” di Brian Helgeland. Un cocktel di clichè del cinema gangster inglese sullo sfondo di una stilizzata Londra, tra luci al neon e vestiti eleganti. È la storia vera dei gemelli Kray, proprietari di nighclub che dominavano con pugno di ferro la malavita londinese degli anni ’60. Tom Hardy, nei panni di entrambi i gemelli, l’uomo d’affari Reginald e lo psicopatico omosessuale Ronald, è magnetico e regge praticamente tutto il film sulle proprie “quattro” spalle.
E dal Regno Unito ritorniamo alla nostra cara Penisola. Alle 17 è stato mostrato a tutti gli appassionati del campano Paolo Sorrentino, “Cercando la grande bellezza” di Gianluca Iodice. Un documentario che prende per mano lo spettatore e lo conduce nelle location in cui sono state ambientate le vicende dello scrittore Jep Gambardella. Alle 19,30 il nutrito cast del film Premio Oscar ha poi sfilato sul prestigioso tappeto rosso, prima della proiezione de “La Grande Bellezza” in versione estesa con 40 minuti di scene inedite. Si è mostrato molto gentile e disponibile con i suoi fans uno degli attori più versatili e talentuosi del momento: Tony Servillo. Un tripudio di applausi e una folla incontenibile lo ha osannato e poi tutti in fila al botteghino per acquistare gli ultimi biglietti per il film.
Nel pomeriggio altro appuntamento imperdibile: Paolo Villaggio e Anna Mazzamauro hanno incontrato il pubblico della kermesse capitolina.
“Fantozzi nasce cinquanta anni fa sulle pagine di un libro e sembrava un successino, invece è stato un successo enorme vendendo un milione e mezzo di copie. Quanto vende Cammilleri oggi? Io non lo leggerei mai.”
Comincia così l’incontro in Sala Petrassi con l’attore. Insieme a lui la signorina Silvani, oggetto del desiderio del ragionier Ugo. In fase di assestamento sulle sedie del palco di fronte al pubblico, Villaggio dimostra di volersi divertire, più che di divertire, prendendo in giro il moderatore dell’incontro sulla sua età dichiarata e consigliando a tutti di alzarsela di 8, 9 o 10 anni. Battute e gag esilaranti hanno preso corpo durante l’incontro, nonostante la stanchezza fisica del genovese e la malinconia e disillusione per un’Italia che non ha futuro. Grande spazio però alle battute di spirito.
“Anna non lo sa ma la troupe di Fantozzi la chiamava il cesso”. L’attrice sta al gioco e ribatte: “Sono un cesso sul quale Fantozzi avrebbe poggiato volentieri il suo culo”.
Tra il pubblico un divertito Renzo Arbore, che Villaggio ha ringraziato per la sua presenza e ha chiesto di essere presente al suo funerale.
Insomma un dibattito acceso che ha toccato tutti i fronti, dalla carriera dei due attori, alla situazione politica e sociale italiana, dalla paura di morire al rapporto con le donne, il tutto condito con ironia, sarcasmo e saggezza. A seguire il film “Il secondo tragico Fantozzi”.
Un lieto finale, al bacio! E proprio un bacio suggellato a favore dei fotografi da parte del romano Carlo Verdone all’esuberante Paola Cortellesi, prima di entrare in Sala e chiudere la decima edizione della Festa, ha posto fine a questo sobrio evento capitolino. Sfilata di rito e poi dritti alla Sala Sinopoli. Sono stati così generosi di autografi e foto con i fans, che hanno ritardato l’incontro previsto per le 18,30. Il pubblico non voleva lasciarli.
I due attori si sono incontrati di nuovo dopo il debutto come coppia artistica nel 2014 in “Sotto una buona stella”. Una volta dentro lui dice di amare su tutti il film “La dolce vita” di Fellini e lei “Risate di gioia” di Mario Monicelli.
Di Carlo lei dice: “Come regista è molto serio, scientifico”. Di Paola Verdone afferma: “Con lei è facile, ha questa naturalezza dell’arte che nasconde l’arte e va col pilota automatico”.
La Cortellesi, che ha in uscita “Gli ultimi saranno ultimi” di Nicola Bruno, si lascia andare ai ricordi: “Io Carlo lo conosco da sempre: lo guardavamo alla tv in famiglia, poi a scuola si faceva la gara a chi sapeva meglio a memoria i suoi pezzi”.
Verdone con i suoi 39 anni di carriera e in uscita con il film “L’abbiamo fatta grossa” con Antonio Albanese, ricorda aneddoti su Sergio Leone che sul set lo picchiava, ma poi finiva sempre a “’namose a magnà un supplì” e la Sora Lella che cucinava per tutta la troupe.
Così termina questa edizione. Nessun premio, nessuna cerimonia, senza troppi clamori, coriandoli o lustrini. La cosa importante per tutti gli artisti che si sono alternati dal 16 ottobre a oggi, è stata la possibilità, soprattutto per gli esordienti e i giovani, di farsi notare, dai critici, registi e dal grande pubblico, attraverso questa prestigiosa vetrina. Ora per i film presentati inizia il percorso nelle sale cinematografiche. Buona fortuna a tutti!

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