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Operazione Melody, coraggio, disperazione o amore? 18 misure cautelari

di Alga Madìa –

Mamme che non ci stanno a vedere i propri figli cedere la parte migliore della loro vita a quelle sostanze che provocano un singolare effetto di onnipotenza oppure capaci di allontanare per un breve tempo quella sensazione di inadeguatezza, perché forse quel mondo intorno a loro, così com’è, non lo tollerano. E loro, queste mamme, non ci sono state a piegarsi all’arroganza di quegli spacciatori che giorno dopo giorno fornivano porzioni di morte ai loro ragazzi. Da qui la decisione di segnalare ai Carabinieri tutto quello che sapevano.

E’ scattata così l’operazione Melody, che ha portato i Carabinieri della compagnia di Terracina, con cani antidroga del Nucleo Carabinieri cinofili di Roma, a eseguire 18 misure cautelari con l’accusa, in concorso, di spaccio di sostanze stupefacenti. Durante le operazioni sono state eseguite anche diverse perquisizioni durante le quali sono state trovate anche una pianta di cannabis indica, alta quasi due metri; 24 grammi di cocaina; 100 grammi di marijuana e due bilancini elettronici. Si trattava di  “pusher” particolarmente scaltri e guardinghi e con una spiccata capacità organizzativa.

L’indagine era partita nel maggio 2014 appunto dopo alcune segnalazioni di madri allarmate e è stata coordinata dal Pm, Luigia Spinelli, Sostituto Procuratore della Repubblica di Latina.

Coraggio o disperazione, quella che spinge a un certo punto a reagire? Sicuramente amore. Quell’amore di una madre che per salvare il proprio figlio da quel tunnel senza uscita, non esita a entrare in Questura, non necessariamente a sporgere denuncia, ma anche “solo” per segnalare. Ricordiamo ancora le parole del Questore Giuseppe De Matteis, quando durante la manifestazione a sostegno delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, di qualche settimana fa’,  ha detto: “Non abbiate timore a venire a denunciare. Abbiamo bisogno del vostro sostegno e della vostra collaborazione reale”.

Ecco, queste “madri coraggio” (sono convinta che non si è mai coraggiosi quando si fa una qualunque cosa per amore e per salvare la vita di un figlio), lo hanno fatto. Non sono rimaste a piangersi addosso, a sobbalzare a ogni squillo di telefono,  a aspettare e sperare ogni sera che quei figli rientrassero a casa con le proprie gambe.

E’ questo l’atteggiamento che ci fa sperare, certa come sono che i problemi si risolvono facendo ciascuno la propria parte. Magistratura, Forze dell’Ordine e noi. Tutti noi.

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Nella foto: il Sostituto Procuratore della Repubblica, Luigia Spinelli, Pm in questa inchiesta.

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