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MAD, presenta la bipersonale di due artisti pontini: Anna Laura Patanè e Alberto Serarcangeli.

Una delle opere esposte nella bipersonale al Garden Hotel di Latina

a cura di Cora Craus –

MAD –  Museo d’Arte Diffusa, presenta mercoledì 29 novembre alle ore 18:00 nel lounge bar del Garden Hotel il vernissage della bipersonale di due artisti pontini: Anna Laura Patanè e Alberto Serarcangeli. La mostra bipersonale è stata ideata e curata da Fabio D’Achille in occasione dei venti anni di attività artistica di Anna Laura Patanè.

 In questa occasione l’autrice espone le sue 28 tele e tavole in tecnica mista insieme ai 19 oli su tela del suo Maestro, il pittore e incisore Alberto Serarcangeli. Il testo critico della presentazione è della storica dell’arte Francesca Piovan. L’esposizione si snoda su tutto il piano terra negli ariosi spazi dell’albergo di Via del Lido fino al lounge bar dove su un’immensa parete sono esposti i lavori recenti di pittura di Alberto Serarcangeli. La mostra di Anna Laura proviene dall’Hotel Europa nel centro della città dov’è stata esposta per quattro mesi sempre con Mad tra la hall e il centro benessere, mentre alcune delle opere di Serarcangeli provengono dalla collettiva estiva di Mad “Dall’OdisSea al Rinascimento” al Castello di San Martino a Priverno in collaborazione con il Comune lepino.

La critica d’arte Francesca Piovan ha voluto titolare “Il filo ambivalente” il suo intervento critico: “Il filo ambivalente” Nell’etimologia fonetica, il filo è l’elemento figurativo che indica continuità e soprattutto sviluppo coerente e logico dei concetti esposti. Annalaura Patanè e Alberto Serarcangeli sono un importante sodalizio. Importante perché profondo, nutrito, coltivato negli anni, rigoglioso nei tempi, in una sintesi di reciprocità divulgativa e costruttiva, in un flusso liquido, continuo.

L’empatica binarietà si ravvisa istantaneamente. I due divengono uno, nella proiezione del saper fare. Nelle loro opere la familiarità oggettiva si spoglia della rassicurante conoscenza, mutando in magia. La sicurezza si fa conturbante, sospesa, congelata, immobile in un’aurea di mistero.

Le due parti insieme, familiarità e arcano, destano nell’astante osservatore, paura e meraviglia, inquietudine e nostalgia, in una dimensione alta (e altra) tecnicamente costruita con alti (di nuovo) punti di fuga, posizione privilegiata per innalzare anche, e soprattutto, l’epifania e la rivelazione dell’immagine. 

Ma nulla, seppur teatralmente costruito, è casuale. Tutto è presenza e compresenza. ricordo di un incontro, la nostalgia di un’amicizia, la memoria di un luogo; e ancora, anime fossili che percorrono tracce temporali, di un “prima” che divengono il nostro tempo, l’hic et nunc; le bandiere, le garze, così leggere, così pesanti nello zittire volti, parole e bellezza. Straordinaria bivalenza tra i due artisti. Nella funzione divulgativa, nei principi morali, nella forza mnemonica. Straordinario dualismo, ove l’idea dell’uno è complementare alla materia dell’altra”

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista