ED editoriale

Tumore al seno metastatico, a Latina si è svolta la giornata nazionale per la prevenzione.

Di redazione-

La commozione, la gratitudine, la voglia raggiungere risultati sempre maggiori, la grinta di chi non vuole lasciare nulla di intentato nella dura lotta contro il cancro, la certezza di poter organizzare al meglio i servizi in favore di tante donne che convivono con il tumore metastatico: tutto questo si è respirato questa mattina a Latina, nella sala del Museo Cambellotti, scelto quale prestigiosa sede del convegno dell’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) organizzato con Europa Donna Italia, la Breast Unit del Goretti di Latina, la ASL, l’Università La Sapienza-Polo Pontino. La scelta della data non è stata casuale: il 13 ottobre è diventato (per la determinazione di nove donne degli Usa dal 2009), di fatto, (e presto sarà ufficializzata come ricorrenza) la Giornata Nazionale del Tumore al seno metastatico, così come desiderano le donne del movimento fondato da Umberto Veronesi nel 1994 a Milano per la prevenzione e la cura del tumore al seno. In diverse città italiane, come a Latina, infatti, la giornata è stata celebrata con entusiasmo per “parlare almeno una volta all’anno di un male con cui convivono 37mila pazienti. Lo ha spiegato bene Loredana Pau, consigliera di Europa Donna Italia e coordinatrice delle Associazioni di Volontariato: “Nel 30% delle donne che si ammalano il tumore al seno diventa metastatico. In Italia ogni anno 3400 donne scoprono di avere un tumore al seno metastatico al primo controllo mentre 1500 casi già diagnosticati diventano metastatici”. Nel mese rosa della prevenzione, allora, vanno ribadite chiaramente queste percentuali, per dimostrare l’importanza della diagnosi precoce per la completa guarigione, ma vanno anche informate le donne su “l’altra parte della storia del tumore al seno”, quella della possibilità di dover convivere con il cancro che, e lo ha detto la prof.ssa Antonella Calogero dell’Università, è un trasformer: bombardato reagisce e continua ad insidiare le donne in differenti maniere, insidiandosi in altri organi. Grande emozione nella folta platea del convegno quando il dott. Carlo De Masi, responsabile della radiologia senologica della ASL, ha detto che molte delle richieste di Europa Donna Italia possono essere accolte e che ci si deve organizzare per istituzionalizzare la giornata nazionale del 13 ottobre ma anche prevedere un percorso di cura e assistenza specifico nelle Breast Unit, una corsia preferenziale per controlli ed esami che riduca tempi di attesa e dia rapida consegna degli esiti. La Breast Unit di Latina, vera eccellenza della “presa in carico” delle donne che si ammalano già prevede la disponibilità di vari specialisti necessari a rispondere alle problematiche psicofisiche delle pazienti. Ne hanno dato ampia testimonianza gli interventi qualificatissimi della dott.ssa Antonella Fontana, vice direttore della Radioterapia del Goretti, il dott. Luigi Rossi, dirigente di oncologia universitaria, il prof. Fabio Ricci, direttore clinico della B.U. di Latina che ha illustrato ottimamente cosa si intende per “presa in carico” delle donne e come la battaglia contro il cancro debba intendersi come una rivoluzione culturale da fare tutti insieme, medici, ricercatori, tecnici, istituzioni, associazioni. Fondamentale – ha detto infine Marcella Schembari, case manager della B.U.- il supporto infermieristico fatto di dialogo, accoglienza, vicinanza alle donne che arrivano nell’unità senologica. Momento di grande attenzione è stato quello che ha visto la consegna al direttore generale della ASL Latina, dott. Giorgio Casati, dell’onorificenza “Donna ad honorem”, già concessa al prof. Veronesi il quale, dopo 14 lauree honoris causa 5 Italia e 9 all’Estero, considerò questa “la più prestigiosa poiché nata da Europa Donna in rappresentanza di milioni di donne”. Il dr Casati, la cui commozione ha fatto scattare un prolungato applauso con il pubblico tutto in piedi, ha ringraziato dicendo che un riconoscimento così importante dovrà essere onorato con un impegno ancora più forte e capillare per la cosiddetta medicina di genere. Da sottolineare infine la presenza del dott. Sergio Parrocchia, direttore sanitario dell’ospedale S.M. Goretti di Latina, della dottoressa Susanna Busco responsabile del PDTA della mammella e della dottoressa Maria Antonietta Ulgiati psico-oncologa della Breast Uniti, il saluto del sindaco Damiano Coletta, la lettura di due testimonianze a cura della dott. Paola Miceli (delegata Europa Donna Regione Lazio) e della signora Giuseppina Cadoni, presidente AVO. Ottima la conduzione del giornalista Antonio Di Civita. Splendido l’accompagnamento musicale del violinista Luka Hoti che ha omaggiato i presenti con l’esecuzione di brani tratti dalle musiche di celebri film. Servizio a cura di Sandra Cervone, riprese di Diego Sasso e Antonello Bruno.

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ed redazione

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