ED editoriale

Latina. “Intruso in studio. Mostra di Fulvio Vignapiano tra le opere del Maestro Ranaldi”

A cura di Cora Craus –  

Un nuovo, atteso appuntamento con il mondo dell’arte. Sabato 11 giugno, alle ore 19,30, presso la casa-studio di Giuseppe Ranaldi, in via Piave, 102, si terrà il vernissage di “Intruso in studio. Mostra di Fulvio Vignapiano tra le opere del Maestro Ranaldi”, a cura di Ettore Ranaldi e dello stesso Fulvio Vignapiano.

L’idea nasce dalla volontà di rivalutare lo scultore Giuseppe Ranaldi, oggi ingiustamente dimenticato, mediante la fruizione del suo magnifico laboratorio dove, tra le sue opere, campeggeranno quelle di Fulvio Vignapiano, grafico e artista pontino.

Giuseppe Ranaldi fu molto attivo in Italia e all’estero, soprattutto in Venezuela, dove lavorò per quindici anni al Tempio di San Pietro a Caracas. Originario di Arpino, si formò nella bottega di Domenico Mastroianni e viaggiò molto per poi approdare a Latina, dove eseguì diversi monumenti cittadini, come la statua di Santa Maria Goretti nell’omonima piazza e il monumento al Bersagliere in Piazza Roma. La sede espositiva è d’eccezione: la casa-studio dell’artista, dove il visitatore è accolto dalle sculture monumentali che abitano il giardino, per poi entrare in un salone di cento metri quadrati interamente decorato da Ranaldi stesso e dal figlio Ettore con stucchi e bassorilievi. Nei tempi di piena attività fu frequentato da personaggi illustri, quali Dalì, Guttuso e Greco.

“Ranaldi -scrive la critica Laura Cianfarani, – si tira fuori dalle avanguardie del Novecento, non si sente coinvolto dall’astrattismo in voga in quegli anni, così come ripudia l’algido mondo delle accademie. Piuttosto preferisce lo studio del periodo che va dalla scultura greca classica all’ellenismo. Il suo linguaggio, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non è freddo e pedissequo ma vivo, umano, vibrante, riattualizzato anche su temi sociali e contemporanei”.

Insieme ai lavori di Ranaldi saranno esposti, anzi, intrusi, quelli di Fulvio Vignapiano, che ultimamente si dedica alla creta con un linguaggio ironico e dissacrante che non risparmia nessuno e invita a riflettere sul rapporto uomo-natura.

Giulia Vignapiano, co-curatrice della mostra, afferma: “ (…) Le statue sgorgano dall’argilla senza il minimo sforzo, il visitatore dà e prende in cambio di un’unica visione. Sembra che abbia messo ognuno di noi nel bozzetto, ci ha scarnificato da ogni effimero plastico rendendoci unici danzatori, nella costante imperfezione. Un velo classico riecheggia nella storica committenza di temi e soggetti con il cuore di un bronzo tenero”.

La mostra è realizzata con il patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 20 giugno 2022. Orari: dal lunedì al venerdì 10,00-22,00 – sabato e domenica 16,00-24,00. Fino al 20 giugno 2022

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista