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Isabelle Huppert è una sontuosa “Elle” al cinema

di Marina Bassano –

Elle è il film ora nelle sale di Paul Verhoeven che ha vinto 2 Cesar e il titolo di Miglior Film Straniero ai Golden Globes, tratto dal romanzo di Philppe Djian “Oh…”.

Retto sulla piccola ma statuaria in scena Isabelle Huppert, la pellicola narra la storia di Michèle, proprietaria di una società di videogiochi, che viene stuprata da un aggressore in casa sua. La reazione al fatto è assolutamente anormale, in quanto la donna continua la sua vita come se niente fosse successo.

La svolta arriva quando l’aggressore si rifà vivo, con intrusioni inquietanti nel privato della donna, fino a quando la aggredisce una seconda volta, occasione in cui Michelle scopre la sua identità e inizia un gioco al limite (e oltre) della perversione con lui.

La Huppert con le sue reazioni misurate e i suoi sguardi distaccati riesce a rendere a pieno il personaggio cinico e a tratti amorale della protagonista. Un film scomodo che fa emergere molti aspetti che di solito vengono fatti passare in sordina, sempre in bilico tra dramma e commedia, con accenti ironici al punto giusto; dove i sensi di colpa e il buoncostume vengono lasciati da parte in nome di una libertà totalizzante.

Tra spunti Hitchcockiani nella suspence e nel gioco di tensione delle apparizioni dell’aggressore, e qualche rimando almodovariano nel personaggio della madre di Michèle, Verhoeven è a suo agio nel grottesco, nelle degenerazioni. Indecifrabile come la sua Michèle, il film resta un’opera che tralascia il giudizio per arrivare all’intima profondità della psiche femminile con tutti i suoi fantasmi irrisolti del passato.

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Marina Bassano

Marina Bassano

Redattrice