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Il rosso e l’infinito

 di Cora Craus –

 

Poesia come diario dell’anima, poesia come ode alla vita, poesia come ancora nelle violente maree dell’esistenza. Poesia come purissima arte. Sono istintive definizioni che si palesano leggendo le liriche de “Il rosso e l’infinito” la nuova silloge del poeta pontino di Nunzio Granato.

Tutta la raccolta è un canto d’amore e all’amore, ed in questo canto dolce ed enigmatico serpeggia un’emozione, un sentimento: il coraggio. Tanto più forte ed importante perché si esprime sottotraccia quale eco di un antico sentire “…nei boschi senza tempo/ nelle foreste eterne/ lascia andare me/ abbracciato alla mia sorte/ e le mie carni unirsi ai terricci e alle radici”.

Sì, i versi di Granato sono immagini di un cuore saldo nelle avversità, come nelle più grandi gioie. L’autore, sceglie di veicolare, dar vita ad emozioni profonde con i simboli della natura, che, noi, abbiamo inteso quale allegoria al ripetersi delle infinite metamorfosi degli esseri umani.

Il Regno di Flora, l’Eden, alfa e omega dell’Uomo, con le sue immaginifiche ed accoglienti anfitrioni “Divinità dei boschi/ di venti e di montagne/ di foreste e verità”.

Questi simboli, questo legame vivo, palpitante, appare un messaggio carico di valori. E, forse, racchiude qualcosa che va oltre il pensiero cosciente del poeta, un aut-aut: il mondo vegetale, unica e vera possibilità di vita per l’umanità, un mondo da salvare e proteggere, un mondo la cui comprensione, oggi, è amaramente “elitario”.

In tutta l’opera di Nunzio Granato, “Il rosso e l’infinito” (Ed. Giovane Holden – pag. 53 – € 12), è la quarta pubblicazione, si avverte in maniera quasi “tattile” l’influenza dei grandi maestri della poesia simbolica.

Leggiamo, sulla copertina, “una poesia che celebra la pienezza d’Amore, in tutte le sue forme”. Pensieri, parole, che definirli sottotitolo ci sembra riduttivo, a noi è apparso un invito alla riflessione, un grido alla “Ragione”, un’oasi nel mare dell’odio, della paura, del Mercato e del mercantile che pervade ed invade questa nostra epoca.

Rimaniamo un attimo ancora concentrati sull’ipnotica copertina, dal forte impatto visivo, dalla grande forza simbolica-evocativa, grazie all’immagine di un quadro, olio su tela dall’emblematico titolo “Eterna lotta fra il bene e il male”. Opera di Angela Cacciotti, una giovane artista pontina.

Il bene e il male, la delusione e l’incanto, la fatica di una intimità vera, di una eterna e feconda ricerca di autentiche “affinità affettive”, prendono forma nella composizione “Parlami di te”. “…da te voglio sapere/ i cieli e gli orizzonti/ la libertà che sogni/ cercando l’infinito”.

Il rosso e l’infinito, storia di una vita, di tutte le vite, come solo i poeti sanno e possono narrare, versi che illuminano la parte oscura delle radici, una luce che dipana e rende consapevole, porta all’accettazione l’oscuro e profondo sentire che lega ciascuno di noi agli altri e a se stesso. “L’amore che piange/ guarda ad occidente/ dove dimora il sogno/ all’ombra dei tramonti./ L’amore che piange/ abbraccia il vento freddo/ che porta via il presente/ all’orizzonte che non vede”.

Nunzio Granato affida alla pagina, parola dopo parola, come note su un pentagramma, una sapienza dell’amore che sembra voler giocare a nascondino per non togliere ingenuità e freschezza ad un sentimento mutevole, fugace, eterno come le montagne “…L’anima e la storia,/lacrime e passioni,/ la voglia di volare,/ la contemplazione,/liberi nell’essere/ dal rosso all’infinito”.

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista