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“Dieci donne” il nuovo libro di Marcella Serrano

Cora Craus – “Uno spontaneo moto di simpatia per le “sue donne” alla continua ricerca di giustizia, dignità, calore umano di un giusto modo di vivere”. Carlos Fuentes

“Aveva un concetto superficiale della cultura. Credeva che essere colti volesse dire andare a teatro, vedere un balletto o essere aggiornati sugli ultimi film. Io, invece, imparai a credere nella profondità dell’esperienza: ritornando dieci volte nella galleria d’arte vicino casa per guardare ancora una volta Kandinsky,e riconoscere nel mio intimo- nell’anima, forse? – una sorte di identificazione tra me e le sue forme”.(pag 32)

Nella galleria di personaggi, un vero e proprio caleidoscopio dell’universo femminile in tutta la sua sfaccettata bellezza, che popolano il libro “Dieci donne” di Marcela Serrano (ed. Feltrinelli € 9), l’immagine d Layla, una delle protagoniste della raccolta di racconti, resta fissata nella memoria per l’assurdità del male, per la gratuita crudeltà, per la voglia di riuscire ancora a vivere nonostante tutto.

Layla si staglia e si confonde su uno sfondo, Gaza, fissato nella memoria collettiva dalle tante parole che ci vengono vomitate addosso da tv e giornali. “Se abitare in un territorio occupato è umiliante e drammatico e ingiusto, la vita in Cisgiordania sembra il paradiso in confronto a quella di Gaza. Se fossi costretta a scegliere un solo sentimento che sintetizzi tutti gli altri, credo che opterei per la paura”. (pag 144)

Michela Serrano, definita da Carlos Fuentes : “l’erede di Sheherazade”, in questo racconto, intitolato appunto con il nome della protagonista “Layla”, come negli altri nove, ci trasmette uno spontaneo moto di simpatia per le “sue donne” alla continua ricerca di giustizia, dignità, calore umano di “un giusto modo di vivere”.

E, così le vite, le storie di Francisca, Manè, Juana,Simona, Layla, Luisa, Guadalupe, Andrea, Ana Rosa, Natasha, si trasformano in ritratti di parole precisi, quasi maniacali dove ogni sillaba è una sciabolata di colore che risucchia la lettrice nell’emozione di volta in volta violenta o rassegnata della protagonista.

Seppur profondamente diverse per età, estrazione sociale e ideologia politica, scopriamo che le loro esperienze si richiamano e che la vera protagonista del romanzo è la femminilità. Perché “alla fine tutte noi, in un modo o nell’altro, abbiamo la stessa storia da raccontare”. “Nove donne più una. – leggiamo, in quarta di copertina – Nove donne radunate nello studio della loro psicoterapeuta raccontano la propria storia e le ragioni per le quali sono andate in terapia. Lupe, adolescente lesbica, alla ricerca della propria identità tra feste, sesso, droghe e passioni non proprio convenzionali; Luisa, vedova di un desaparecido, che per trent’anni aspetta il ritorno del suo unico amore; Andrea, giornalista di successo che si rifugia nella solitudine delle protagoniste di questo vivace romanzo che parla di donne e di sentimenti”.

 

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista