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Antibiotici: sì, ma con intelligenza

di Stefania Belmonte –

La possibilità che una nuova ondata di “super batteri“, resistenti ai comuni antibiotici, possa infettare mezza Europa, sta mettendo in allarme il Dipartimento per la gestione delle emergenze nazionali del governo inglese. Secondo il rapporto uscito nei giorni scorsi in Gran Bretagna, infatti, questi microrganismi potrebbero mietere numerose vittime. I soggetti più a rischio sono le persone che hanno una elevata predisposizione alle infezioni ed i pazienti ricoverati nelle terapie intensive degli ospedali.

“L’Italia – ha dichiarato Marta Ciolfi Degli Atti, responsabile dell’Epidemiologia clinica dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Romaè tra le nazioni europee con più multiresistenze e nel quale si usa la maggiore quantità di antibiotici”. È l’uso improprio di questi farmaci a causare le resistenze dei batteri, sia in ambito umano che veterinario, cioè negli animali che poi arrivano sulle nostre tavole. “Molte delle comuni infezioni causate da virus come l’influenza o il raffreddore, o le infezioni delle prime vie respiratorie dei bambini, non devono essere curate con antibiotici, che andranno riservati solo per il trattamento di casi particolari”  – aggiunge l’epidemiologa.

Importante è quindi rispettare, qualora il medico o il pediatra di base prescrivessero un farmaco antibiotico (che curano soltanto le infezioni batteriche e non quelle virali, vale la pena ricordarlo, ndr), non soltanto la dose ma anche la durata indicata per la terapia. Interrompere prima del tempo una terapia antibiotica, infatti, favorisce lo sviluppo delle resistenze batteriche.

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