ED AttualitàED Cultura

Un progetto di edilizia sociale al Nicolosi e all’ex Hotel Victoria Residence di Latina. Utopia o realtà?

Di Luisa Belardinelli –

Il Nicolosi potrebbe avvicinarsi al modello nord europeo di Social Housing? Il ‘misterioso e per me contorto progetto di ristrutturazione dell’ex Hotel Victoria Residence Palace di via Rossetti è in fase di definizione?  Cosa bolle in pentola? O meglio… Avete acceso i fornelli?

Da non confondere con le case popolari, i Social Housing sono alloggi ideati da investitori privati e offerti agli affittuari a costi medi e uguali per tutti.

Quello che un tempo era normale oggi non lo è più. Ne ho la conferma. Si raccontano sempre storie di vita  all’interno di abitazioni “allargate”. Il senso di comunità era ben saldo. Le case italiane erano predisposte all’accoglienza e al dialogo anche da un punto di vista architettonico. Se osserviamo il nostro Quartiere Nicolosi, le abitazioni affacciano tutte su un giardino condominiale dove una volta erano presenti panchine, chioschi, luoghi di incontro. Abitazioni ideate per incentivare il senso di comunità e assistenza. Oggi vivere in un luogo dove si è riconosciuti, dove esistono spazi condivisi e affitti bassi, sembra un’utopia.

Non è proprio così. In Italia stanno tornando gli appartamenti in “Housing sociale”. Al momento se ne contano 836 ma sono in crescita.

Nei Paesi Bassi più del 30% della popolazione vive in abitazioni sociali.

Oltre ai costi calmierati delle abitazioni, si scopre che nei social housing si condividono alcuni spazi e attività ( sale lettura, ludoteche, ecc ecc) . Ad esempio a Milano è nato Cenni di Cambiamento, il più grande social housing europeo costruito in legno, 120 appartamenti per 400 persone, per un affitto medio di 500 euro.

Agevolazioni a non finire anche per chi vuole comprare casa con il “Patto di futura vendita” ( ad esempio su una quota, la metà  va per l’affitto e l’altra è per l’anticipo di mutuo).

Chi vive nei Social Housing? Famiglie, impiegati, genitori separati. Una classe sociale che in questo momento storico ha subito un forte cambiamento sociale ed economico.

E allora, una proposta ai privati e non solo. Perché non investire in questo settore anche a Latina?

Palazzi sfitti e quartieri abbandonati possono rinascere in breve tempo. Svegliamoci Latina e rinnoviamoci.

Previous post

30 giugno 1932 posa della prima pietra: Littoria, da borgo a città

Next post

La mostra “Enrico Greci, MEA CULPA” diventa itinerante.

Luisa Belardinelli

Luisa Belardinelli

Giornalista