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Sulla questione scuola, risponde la consigliera Marina Aramini: “La scuola non merita fondi di riserva”.

Riportiamo integralmente una nota della consigliera di Lbc, Marina Aramini, sulla questione dei fondi “di riserva” che si volevano destinare all  scuola.

“Leggo sui giornali fra politica e politicismi, che il mondo della scuola
è alla ribalta della cronaca; più precisamente sono al centro
dell’attenzione i fondi comunali destinati alla piccola manutenzione.
Constato che ben due dirigenti scolastici, consiglieri di maggioranza,
abbiano votato contro ad una proposta  di ripristino dei 49.500 euro
afferenti a quello scopo. Mi chiedo: ma come fanno due dirigenti
scolastici a rinunciare a dei fondi così importanti? Stiamo nel mondo
della politica o dei politicismi?
Anche a seguito dell’interessante dibattito che è scaturito dalla
delibera del Consiglio Comunale del 28 luglio scorso, il lettore attento
credo si faccia qualche domanda e andando a fondo della questione
scoprirà che quei due dirigenti scolastici e l’intera maggioranza,
stanno di fatto tutelando gli interessi della scuola. Sempre il lettore
attento capirà che per la copertura di quei 49.500 euro si sarebbe
utilizzato il “fondo di riserva” e sarà d’accordo con quei due dirigenti
a far sì che la politica si interessi della scuola non mettendola in
“riserva”  ma  in un quadro ben preciso e programmatico delle spese
generali destinate all’istruzione  del primo ciclo analizzate
opportunamente dalle commissioni di riferimento.
Nessuna occasione persa! Anzi! E qui mi rivolgo a tutti i miei colleghi
consiglieri (sia di maggioranza che di minoranza): finalmente un inizio
di un discorso politico  che vedrà  l’intero Consiglio Comunale e le sue
articolazioni coinvolti in un percorso sulla scuola ampio e costruttivo.
Compatibilmente con le risorse di bilancio, sempre per rimanere in tema
di piccola manutenzione, varrà la pena ricordate che dovrà essere
rivista l’interessante deliberazione n°799/2000 dell’allora “Giunta
Finestra” che riportava nel punto C) il disciplinare tecnico ovvero
l’insieme degli interventi possibili con quei fondi, parte rimasta
invariata nel tempo e che andrebbe rivista.
C’è da dire che le proposte per migliorare l’efficacia della piccola
manutenzione delle scuole potrebbero essere molteplici. 1) Questa
attività potrebbe essere uno degli ambiti di applicazione del baratto
amministrativo previsto nel decreto legge “Sblocca Italia” 2014, col
quale promuovere una sorta di scambio virtuoso: lo sconto sul pagamento
(o l’esenzione) di una tassa locale o un altro debito con le casse
municipali, come ad esempio una vecchia multa, in cambio di un impegno
concreto per migliorare appunto la piccola manutenzione delle scuole. 2)
In alternativa potrebbe essere interessante l’istituzione di una sorta
di  snella “agenzia di servizi” ad hoc, cui i Dirigenti Scolastici
possano rivolgersi per pronti interventi da remunerare con i fondi
stanziati per la piccola manutenzione. C’è da dire infatti che con
l’introduzione dell’obbligo della fattura elettronica  spesso si fa
difficoltà a reperire artigiani in poco tempo.
In ultimo, lancio una domanda che per me è sempre stata circondata di
mistero: ma dove saranno mai andate a finire le quote che le società
sportive che utilizzano le palestre delle scuole versano al Comune?
Anche questo potrebbe e dovrebbe essere un prezioso fondo per piccole e
grandi manutenzioni. Questo e quant’altro ancora nel dibattito politico,
dove tutti i consiglieri potranno e dovranno condividere le loro
proposte, perché la scuola deve essere principalmente al servizio delle
alunne e degli alunni e questo ha necessariamente bisogno di momenti e
luoghi di riflessione.
Ci siamo però dimenticati del lettore attento, che a questo punto
penserà che lo stiamo “infinocchiando” con le solite chiacchiere di
politicismo lui che a settembre vorrà vedere le scuole  pronte a
partire.
A lui dirò: forse non sempre è meglio un uovo oggi che una gallina
domani. La gestione dei fondi dovrà essere opportunamente regolamentata
in modo da porre la scuola non in un ambito di “riserva” ma  in una
programmazione seria e  sistematica”.

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