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People of New York, viaggio sorprendente nella metropoli americana

di Marina Bassano
Dopo anni di tentativi non portati a termine, finalmente New York è arrivata: 10 giorni per conoscere la città scenario di tanti film e sogni, desiderata come non mai, e come poche altre cose nella vita.

Non è sicuramente una città che ha bisogno di tante presentazioni, quindi quelle che seguono sono riflessioni sulla parte più sorprendente che il viaggio ha offerto. 10 giorni sono pochi, pochissimi per cercare di cogliere l’essenza di una metropoli dai mille volti, che cambia radicalmente aspetto a ogni quartiere.

Le persone di New York sono la grande sorpresa di quest’avventura, soprattutto perché mi aspettavo altro: una mentalità più che da metropoli, dove ognuno va avanti per la sua strada a testa bassa, da cittadina, dove tutti sorridono e si interessano degli altri.  Il mio alloggio era ad Harlem, quartiere di afro americani per eccellenza, vivibilissimo e tranquillissimo oggi, nonostante la fama accumulata nel corso degli anni. E’ da precisare che la polizia è molto presente qui e in ogni altra zona, sia in borghese che in divisa. Cuore del movimento culturale nero, dell’hip hop e del gospel, Harlem e le sue strade sono piene di persone che sorridono sempre, che ti augurano “have a nice day” anche se non le hai mai viste prima, che chiedono “sorry!” anche se per sbaglio ti sono passate davanti sfiorandoti impercettibilmente. Persone che si mettono a intonare un motivetto e a ballare mentre fai il check in all’albergo, ad esempio. Per non parlare dell’esperienza della messa gospel: un qualcosa che per la nostra cultura cristiana è quanto di più lontano si possa pensare, irraccontabile e non testimoniabile data l’impossibilità di fare foto/video, quindi solo da vivere in prima persona. Le voci potenti del coro coinvolgono tutti; le signore sono vestite a festa , con cappelli e abiti sgargianti, si alzano dai loro posti per cantare, battere le mani e muoversi a ritmo. Una funzione di quasi 3 ore che non annoia mai, gli occhi vanno avanti e indietro tra il palco della messa e le persone del posto con le loro espressioni e movenze mentre cantano e ballano, e le reazioni dei turisti, che sono in un settore a parte.

Questa particolare vena caratteriale delle persone, si trova anche andando verso il centro della città, dove ad esempio non si fa in tempo a tirare fuori la mappa della città che qualcuno si avvicina subito a chiedere se hai bisogno di aiuto.

Altra cosa che mi ha particolarmente colpito in positivo è stata l’alta percentuale di padri in giro con bambini piccoli, rispetto alle madri. Probabilmente questo fatto sta a significare più che una percentuale maggiore di madri lavoratrici, una reale parità dei sessi nei doveri di casa, nella divisione dei compiti genitoriali.

Che il cuore di New York siano le strade si vede da tutto, dalla quantità di operatori ecologici che puliscono in continuazione, al fatto che tutti i locali, dai bar, ai ristoranti, alle palestre (!) hanno tavoli e macchinari orientati solo verso le grandi vetrine, che danno sulle strade appunto. La vita si svolge principalmente lì e non si può restare indifferenti al transito ininterrotto di persone che sorseggiano caffè camminando e alle insegne luminose che illuminano a giorno a qualsiasi ora. Per cui ci si rivolge alla strada sempre, ed è per questo che è bellissimo andare a vedere i tanti musei, dove sono presenti le migliori collezioni d’arte di tutto il mondo, una gioia per gli occhi degli appassionati, dal gioiello Guggenheim al delirio del Metropolitan Museum, progettato secondo il mio personale e insignificante parere da un pazzo sadico, dato il labirinto delle sale e la disumana vastità dell’impianto, che spazia dall’arte egizia a quella contemporanea, costringendo il visitatore a un tour de force a livello fisico e intellettivo non da poco.

Ma è importante e ancora più bello vedere la città da fuori, perché sono i palazzi che puntano al cielo, che sembra solo il pezzo di un puzzle che si incastona tra i tetti dei grattacieli, sono le vie con le vetrine e le persone che camminano a rappresentare la vera New York, a farti respirare a pieno la metropoli e a farti vertiginosamente sentire parte di questo caleidoscopio senza freni che è la città.

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Redattrice