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La Tunisia festeggia la donna: la testimonianza diretta ci arriva da una dottoranda tunisina

Soumaya Bourougaaoui, tunisina, dottoranda in civiltà italiana, ha scritto un articolo per il giorno in cui la Tunisia festeggia la donna: il 13 Agosto. L’articolo parla delle donne tunisine che hanno cambiato il corso della storia e dei passi in avanti che i diritti delle donne stanno facendo nel suo paese. Noi di ED Essere Donna Magazine proponiamo con molto piacere la sua riflessione e siamo lieti che Soumaya ci abbia scelto.

 

Oggi la Tunisia festeggia la donna, nonché questo paese abbia ben due giorni dedicati al tema dell’emancipazione femminile. In aggiunta all’8 marzo, c’è la giornata nazionale della donna, istituita il 13 agosto 1956. La Tunisia è il solo paese al mondo a celebrare la donna due volte l’anno.

Si ricorda il famoso codice sullo statuto personale nell’agosto 1956 proclamato dal presidente Habib Bourguiba «Il liberatore delle donne», che abolisce la poligamia e punisce l’uomo che sposi una seconda moglie con un anno di prigione e una multa, che ha legalizzato il divorzio; che ha conferito alle donne il diritto di voto. Questo stauto è indubbiamente il più avanzato nel mondo arabo. E non dimentichiamoci che questi diritti delle donne sono basati sulle idee del riformatore tunisino Tahar Haddad che ha scritto il suo famoso libro «Le nostre donne nella sharia e nella società».
Dopo la rivoluzione del 14 gennaio, è stata costituita una nuova assemblea, eletta a suffragio universale, che si mise subito al lavoro. Per la prima volta nel mondo arabo, un paese ha iscritto nella sua nuova costituzione l’uguaglianza tra uomo e donna: sono gli articoli 21 e 46 che sanciscono il principio della parità di diritti e doveri di cittadine e cittadini e promuovono la parità di genere nei consigli elettivi. (le cittadine e i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza discriminazioni). Non solo questo: ultimamente, l’Assemblea dei rappresentanti ha dato il via libera – con il voto unanime dei 146 deputati presenti (su 217) – alla legge organica contro la violenza sulle donne e per la parità di genere. In tutto sono 43 articoli, divisi in 5 capitoli, che forniscono strumenti efficaci contro ogni forma di violenza. Con l’obiettivo principale di assicurare l’uguaglianza tra i sessi, garantita dalla Costituzione. Tra le novità importanti, l’abrogazione dell’articolo 227 bis del codice penale che prevedeva una sorta di “perdono” per gli stupratori di una minorenne in caso di matrimonio con la vittima. Sono previste invece pene molto severe per gli stupratori senza alcuna possibilità di sottrarsi alla legge.

Il testo «risponde alle attese delle donne e della società civile che da due decenni si sono mobilitate per l’ottenimento di questo risultato” afferma la deputata Bochra Bel Haj Hmida.

In Tunisia, ricordiamo le donne che ci ispirano ogni giorno, che hanno fatto la storia con il loro pensiero e le loro azioni lasciando tracce indelebili in diversi settori come: Elissa, la mitica fondatrice e prima regina di Cartagine.
Sofonisba la patriota; ai suoi tempi, secondo la legge punica, tutte le donne libere potevano lavorare, possedere beni, gestirli. Lei fu una nobile cartaginese, figlia di Asdrubale Giscone e moglie di Siface, re dei Numidi, che avrebbe spinto ad allearsi con i cartaginesi contro i romani. Fece molto per mantenere il marito a fianco della patria cartaginese in difficoltà. Non dimentichiamo Al Kahina, la regina e condottiera berbera, la principale figura della resistenza all’invasione araba del Nord Africa tra il 695 e il 705.
Un’ altra donna che rimane per sempre nella nostra memoria Lella Manoubia, la prima Santa d’Ifriqiya, fu una donna rivoluzionaria del XII secolo, si ribellò contro l’autorità di suo padre, lei fu effettivamente contro il matrimonio forzato, dedicandosi alla scienza, alla meditazione e all’azione a favore dei diritti delle donne.
Una donna indimenticabile, Aziza Othmana (1606-1669), si è impegnata allo svolgimento di varie opere caritative.
Ricordiamo anche le donne che hanno lottato per se stesse e per le altre donne, come: Radhia Haddad (1922-2003), prima deputata tunisina, militante femminista e per quindici anni presidente dell’Unione nazionale delle donne tunisine.
Dorra Bouzid, è stata la prima giornalista in Tunisia, ha fondato il giornale femminile e femminista arabo-africano, «Leila Vous Parle» (1955), in L’Action, futur Jeune Afrique ; e «Faiza» (1959-1967): la prima rivista femminile, diffusa in tutto il mondo francofono e con un notevole press-book di stampa internazionale, tra cui Argus, New York Times, BBC, Noi Donne, Le Monde. Lei lottava insieme ai suoi parenti Chérifa e Mahmoud Messadi per l’emancipazione.
C’è anche Sophie Bessis, una storica e giornalista franco-tunisina, che ha scritto diverse opere sulle donne del mondo arabo, e nel suo ultimo libro «Les Valeureuses», ha parlato di cinque donne tunisine che hanno cambiato il corso della storia ( Elissa-Didon, Aïcha Sayida Manoubia, Aziza Othmâna, Habiba Menchari e Habiba Msika).
E non si scorda mai il gesto memorabile di Khawla Rachidi, la coraggiosa donna che ha affrontato un fanatico salafita che aveva sostituito la bandiera tunisina con quella nera salafita sul tetto della facoltà di lettere dell’Ateneo tunisino della Manouba.
Quindi, la donna tunisina è e sarà sempre l’esempio di emancipazione. Ha lottato per i suoi diritti, e non ha mai smesso di lottare per cambiare la sua realtà.
L’esempio tunisino è da sempre considerato all’avanguardia, un modello da seguire.

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