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La Latina dei giovani. Un talento in potenziale.

di Emanuela Federici –

 

31 maggio 2015. Seduta ad uno dei tavoli all’aperto di un noto ritrovo del centro commerciale “L’Orologio” di Latina, ero intenta ad ascoltare gli interventi dei ragazzi del ‘Progetto Latina Oltre’, durante l’evento organizzato da ‘Io Sono Latina’. Qualcuno scontato e non condiviso, altri più positivi, densi di buoni propositi. Un unico denominatore: l’insofferenza per una situazione di disagio, di precarietà, che in questi anni devasta la nostra generazione. Una crisi che incombe non solo nelle tasche di chi ha studiato fino all’inverosimile per vedersi chiudere davanti qualsiasi possibilità di successo lavorativo, ma anche negli animi, esasperando le già deboli speranze di un futuro sereno. “E non dite che noi giovani ci stiamo crogiolando in questa situazione di crisi”, afferma uno. Eppure un po’ è vero, penso. Forse non per tutti, ma per chi non si sente pronto a diventare autonomo nella vita questa dev’essere una mano santa. Staccarsi dai propri genitori, prendersi le proprie responsabilità, non è cosa da tutti. In molti si lasciano andare, adattandosi alla situazione di  disagio generale. Come un alibi che solleva da qualsiasi colpa, si resta in attesa di un input, una spinta che stimoli a “fare”. E non ci si sofferma mai a riflettere su quale dovrebbe essere la fonte di questa spinta. Da chi dovrebbe arrivare se non dai giovani stessi?

Seduta a quel tavolo pensavo a questo quando qualcuno del pubblico ha preso il microfono, intervenendo in quella che sembrava una semplice testimonianza dei disagi giovanili. Un imprenditore di Latina, Presidente dell’Associazione Italiana dello Spettacolo, che ha voluto rivolgersi ai giovani della nostra città come non aveva fatto nessun altro prima. “Questa sera ho sentito dei giovani entusiasti, dei giovani che vorrebbero poter cambiare qualcosa nella nostra città. Latina è un’enclave, chiusa a se stessa. Non dà molte possibilità a coloro che vogliono fare impresa. Molte realtà del nostro territorio potrebbero essere sicuramente valorizzate se il mondo imprenditoriale potesse essere attirato qui a Latina. Purtroppo, però, c’è una politica che preclude tutto questo”. Una politica che viene messa in discussione, di cui si lamentano tutti, nei comizi e per le strade, ma contro la quale non si alza nessuno. “C’è un forte disinteresse da parte dei giovani, questo lo devo dire – continua l’imprenditore – perché ora ho sentito parlare di molte cose, ma tutte legate ad un settore che non va a toccare minimamente quello che è il mondo sociale di Latina, borghi compresi. Abbiamo degli anziani, abbiamo dei giovani, abbiamo dei portatori di handicap, abbiamo delle situazioni veramente deprimenti. E arrivati a questo punto, se i giovani non si impegneranno a costruire una strategia non si potrà trovare una soluzione. Si sono forse dimenticati che anche loro da diversi anni vanno a votare? Ed è con il voto che le democrazie si cambiano. Ed è con il voto e con la presenza continua sul territorio che si dimostra di esserci. I giovani hanno bisogno di essere incentivati, è vero, ma hanno anche bisogno di capire che bisogna fare delle proposte. E soprattutto trovare delle soluzioni a queste proposte. Solo così ci può essere una mobilitazione totale per seguire quelle linee che con la politica non hanno niente a che fare, ma che servono al sociale. Volevo solo ricordare a voi giovani che quello che fate è ammirevole, però cercate di allargare i vostri orizzonti. Dovete fare breccia nelle persone, dovete fare breccia negli anziani. E noi siamo qui, pronti ad appoggiarvi”.

C’è chi organizza, come ‘Io sono Latina’, un evento per sponsorizzare un videoclip sulla sicurezza stradale. Chi suona le proprie canzoni o espone le sue opere, sbattendo il proprio talento in faccia a chi dice che ‘con l’arte ormai non si mangia’. Chi recita davanti ai passanti, portando avanti la cultura ad ogni costo. Non ci sono solo disinteressati. Non c’è solo il giovane spaesato che va avanti per la sua strada. Nella nostra città c’è una generazione che ha dannatamente bisogno di una possibilità, che ha deciso di riprendersi il proprio futuro, creandolo laddove non sembrava esserci soluzione alcuna. E non serve a nulla organizzare convegni e parlare della crisi, del degrado sociale, della violenza e dei soprusi. Bisogna intraprendere una strada diversa, fatta di atti propositivi, soluzioni intelligenti, innovative. C’è bisogno di noi giovani e delle nostre idee… Che, diciamocelo, proprio male non sono.

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