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La denuncia di Assunta.”Questa città si dimentica di noi”.

di Alga Madìa –

Inizia così la sua richiesta di aiuto, con un messaggio che mi scrive su Messanger (la posta di Facebook) e lo riscrivo, quasi integralmente perché si capisca meglio la disperazione di chi i problemi veri li vive tutti i giorni nell’indifferenza totale dell’amministrazione e pure, diciamocelo sinceramente, di tutti noi.

Assunta è una donna che vive praticamente da sempre “accomodata” su una sedie a rotelle. Questa comodità l’ha vissuta da sempre con grande dignità e non rinunciando a nulla: a studiare, cucire, ricamare, fare corsi su corsi. Per continuare nella metafora (lo scrivo perchè so che lei è donna simpatica e scherzosa) continuerei che non si è mai seduta però sulla sua malattia, quella che in quella posizione la tiene praticamente da sempre.

S.O.S. Il mio punto fermo di ogni uomo è di essere almeno materialmente autonomo avendone i mezzi. Io come tu sai non lo sono. La mia vita è legata a un mezzo che mi permette di muovermi come qualsiasi persona. Io mi sono sempre adattata a farlo da sola ma ora, causa la mia sopraggiunta debolezza fisica, non ce la faccio più e io mi sono accorta che nella zona in cui abito (dietro lo stadio al numero —– di via Aspromonte, quasi al’entrata dietro dello stadio) le persone che hanno le stesse mie difficoltà sono aumentate. Io vivo qui da 30 anni circa, ho visto costruire vari servizi pubblici ma i marciapiedi di questa zona sono sempre stati semplicemente rattoppati, creando 
situazioni di disagio per chi ha problemi di deambulazione.
Io gentilmente, per essere educata, chiedo di darci spazio per sensibilizzare la cittadinanza o chi per dovere di toglierci da questo impiccio che dura da anni.
Io capisco che se non ci sta il morto non interessa a nessuno però la situazione è insostenibile e mi scuso se mi ripeto. Ti prego Alga vieni semplicemente a vedere camminando questa situazione che è diventata la periferia della città .
Grazie per l’attenzione e mi scuso per il messaggio lungo ma non ne posso più grazie e spero che mi aiuti”. 
Mia cara Assunta, parte da questo momento e da questo articolo/denuncia il mio e l’impegno di tutta la nostra redazione a sostenere la tua (ma credo, la Vostra battaglia).
A quanti condivideranno l’articolo, a quanti lo leggeranno fino alle ultime righe, a quanti vorranno scrivere un commento, una parola, a quanti infine potranno realmente fare qualcosa per questi nostri concittadini (che pare paghino le tasse come tutti noi!), io personalmente, ma Assunta e tutti gli altri vi saremo profondamente e per sempre grati.  
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Alga Madia

Alga Madia

Direttore responsabile