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“Il Premio Fiuggi Storia, Lazio Meridionale” al libro “ERASMO ABATE” di Giovanni Marchegiani

Lo scrittore Giovanni Marchegiani

a cura di Cora Craus –

Un momento importante, ricco di soddisfazioni per il mondo editoriale latinense grazie; ma davvero grazie all’ Atlantide editore, la casa editrice di Latina diretta da Dario Petti, che dopo il premio “Minturnae” assegnato al libro “Fernando Bassoli. Primo sindaco della città di Latina” di Licia Pastore, si aggiudica anche il “Premio Fiuggi Storia sez. Lazio meridionale e Terre di confine 2023” con il libro “Erasmo Abate. Storia di un anarchico pontino” di Giovanni Marchegiani, vinto a pari merito con il saggio “I Papi e Celestino V” (One Group Edizioni) di Angelo De Nicola.

Il giovane vincitore Giovanni Marchegiani, terracinese classe 1992, laureato in Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, nel 2017 vincitore del XII Premio “Mirella Barbato” del Rotary Club Latina, per realizzare la sua ricerca ha visitato gli archivi di Amsterdam, Washington, Roma e Latina, costruendo una biografia di grande interesse.

Durante la manifestazione, come sempre promossa dalla Fondazione Levi Pelloni, svoltasi presso la biblioteca comunale di Fiuggi, davanti un folto pubblico, è stata assegnata una menzione d’onore alla carriera dello storico e ricercatore di Cori Pietro Vitelli, presente con il volume “Italia Nardocci Figueroa. Dai Lepini alle Ande. Da Cori a Santiago del Cile” sempre per i tipi di Atlantide. Altre menzioni di merito sono state attribuite ad Antonio Farinelli per il libro “Sora al tempo del Regno delle Due Sicilie” (Edizioni Kirke) e a Aldo Cagnacci e Mauro Martini per il libro “Un cesto di faticosa maternità” (Cappella ferroviaria Pio IX). Tanti i lavori di ricerca esposti, dal brigantaggio alla transumanza, dalle memorie sulla guerra a rare ricostruzioni biografiche e di comunità, tutti meritevoli e interessanti, frutto di approfondite ricerche. Tra questi anche quelli degli altri autori di Atlantide editore Luca Santangelo sul Liceo “Manzoni” di Latina, Annalisa Palombi sulle memorie degli operai della Bpd di Colleferro (“Colleferro. Voci di una comunità”) ed Elisabetta Ricci su Giuseppe Cacciotti primo caduto di Carpineto Romano nella Grande Guerra (“Sul fronte dell’Isonzo”).

Il libro: “Erasmo Abate. Storia di un anarchico pontino” di Giovanni Marchegiani. La storia dell’anarchico di Formia pubblicato da Atlantide editore

 “Una storia del ‘900 immersa in un enorme flusso di accadimenti”. Abate nato a Formia nel 1895 da un’umile famiglia, “lasciò la terra pontina nel 1912, a sedici anni, alla volta degli Stati Uniti come emigrante. A Philadelphia conosce e frequenta gli ambienti operai e si avvicina al pensiero anarchico, diventando presto un attivista nel movimento. Tra gli USA e l’Europa, Abate darà voce ai suoi ideali senza che i processi e i numerosi ostacoli fermino il suo impegno, caratterizzato anche da un approccio critico alle posizioni più radicali degli anarchici. Tornerà in Italia, poi andrà in Francia, poi di nuovo negli Stati Uniti. E più volte dovrà cambiare identità, per proteggere sé stesso e la causa che aveva sposato”. Abate nel suo viaggiare in mezzo mondo inseguendo i suoi ideali si ritaglierà un ruolo di primo piano nel movimento anarchico internazionale tanto che le sue carte sono oggi custodite presso l’International Institute of Social History di Amsterdam, sotto il nome di Hugo Rolland il suo pseudonimo più ricorrente, un omaggio ai letterati Victor Hugo e Romain Rolland. Una vita avventurosa che lo vide trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti dove morì a Chapel Hill, in Carolina del Nord, il 15 agosto del 1977. I suoi scritti risultano di grande interesse per conoscere più a fondo gli ambienti sociali e politici del ‘900 sia di Formia sia interni all’emigrazione italiana. Ed è proprio Marchegiani che sottolinea la notevole capacità di scrittura di Abate: “È a lui, ad Erasmo Abate, che va il merito di questo libro. Io ho letto, trascritto, tradotto e maneggiato i suoi scritti per quasi due anni. Sono stato un mero scrivano, colui che ha semplicemente ricongiunto, collegato e ordinato le sequenze di un puzzle che Erasmo aveva già predisposto. Molto di quanto riportato è opera della sua straordinaria capacità letteraria, del suo ingegno e della sua instancabile voglia di raccontare la sua storia, che è quella di un’intera epoca”.

 

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista