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Il giorno della Memoria. Donne della Shoah, una per ricordarle tutte: Etty Hillesum

Di Cora Craus –

“La morte contiene in sé la vita/ mentre Dio moltiplica i cieli/ che non vediamo là dove/ il pensiero ci finisce il respiro”

Sono versi dedicati a Etty Hillesum dal poeta pontino Leone D’Ambrosio nella raccolta poetica “Nel Disordine del mondo”. Come testimonianza nel “Giorno della memoria” vogliamo ricordare una donna a simbolo di tutte le donne morte nella Shoah.

 Etty (Esther) Hillesum, filosofa, pensatrice ebrea olandese, morì, aveva ventinove anni, ad Auschwitz il 30 novembre 1943 venti giorni dopo essere giunta nel campo di concentramento insieme a tutta la famiglia di loro non si salvò nessuno; i genitori furono condotti nella camera a gas il giorno dopo il loro arrivo è pochissimo tempo dopo morì anche il fratello Mischa mentre l’altro fratello Jaap sopravvissuto nel campo Bergen Belsen, liberato morì durante il trasporto a causa delle terribili sofferenze e privazioni subite e forse vittima di un epidemia di tifo.

Etty Hillesum era laureata in Giurisprudenza poi iscritta alla facoltà di Lingue slave, coltivò la passione per la lettura e gli studi di filosofia e psicologia, fu vittima della Shoah, termine ebraico con il quale viene indicato lo sterminio degli Ebrei vittime del genocidio nazista che uccise più di sei milioni di ebrei durante la Seconda guerra Mondiale. Chiediamo ai potenti della terra che tali orrori non si ripetano oggi sotto nessuna bandiera.

  Gli scritti, i diari di Etty Hillesum si sono salvati perché li affidò, prima della deportazione, all’amica Maria Tuinzing chiedendole di consegnarli allo scrittore Klaas Smelik con la preghiera di curarne la pubblicazione. Maria Tuinzing tenne fede alla promessa. A settant’anni dalla sua morte le opere di Etty Hillesum furono tradotte, in versione integrale, anche in italiano. In un bell’articolo scrive Riccardo Michelucci: del suo diario e delle sue lettere, che fanno conoscere a fondo una delle figure più significative non solo della letteratura concentrazionaria, ma di tutto il pensiero contemporaneo. La resistenza esistenziale di Etty Hillesum può dare le vertigini: le sue profonde fragilità trasformate in forza attraverso un dialogo intimo e personalissimo con Dio.”  Oggi le opere di Etty Hillesum sono pubblicate dalla casa editrice Adelphi.

 Uno dei ricordi più toccanti è stato fatto da Papa Benedetto XVI, in occasione dell’Udienza generale del 13 febbraio 2013: “Penso anche alla figura di Etty Hillesum, una giovane olandese di origine ebraica che morirà ad Auschwitz. Inizialmente lontana da Dio, lo scopre guardando in profondità dentro se stessa e scrive: “Un pozzo molto profondo è dentro di me. E Dio c’è in quel pozzo. Talvolta mi riesce di raggiungerlo, più spesso pietra e sabbia lo coprono: allora Dio è sepolto. Bisogna di nuovo che lo dissotterri”. Nella sua vita dispersa e inquieta, ritrova Dio proprio in mezzo alla grande tragedia del Novecento, la Shoah. Questa giovane fragile e insoddisfatta, trasfigurata dalla fede, si trasforma in una donna piena di amore e di pace interiore, capace di affermare: “Vivo costantemente in intimità con Dio”

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista