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“Di luoghi e di sensi” la nuova raccolta poetica di Vinicio Salvatore Di Crescenzo

di Cora Craus –

 La silloge “Di luoghi e di sensi” (ed.PAV – pag.102 – € 12) di Vinicio Salvatore Di Crescenzo ci ha conquistato fin dalla sua copertina vero biglietto da visita di ogni libro. L’immagine di un paesaggio acquatico di per sé forte e abissale; delicato e ombroso; lieve come il battito d’ali di una farfalla. Un luogo dove immergersi alla ricerca di incancellabili fotogrammi stampati nella memoria del cuore o ambire a rifugi per le nostre troppe colorate o troppe sbiadite emozioni. “Smarrito è quel segno di verde tripudio e lesto/ è dissolto nel vuoto,/ orfano delle emozioni e del sentimento sconfitto”  Chiedere alla forza primordiale dell’elemento più vitale per gli esseri viventi il rigenerarsi di un punto cardine di una vita degna di essere vissuta: le passioni. “Sono note di fuoco che arde!/ Fuggite dal pentagramma dei suoni/ e dallo spartito che canta la vita”

In questa raccolta vi abbiamo scorto una ricerca di armonia, una ricerca primaria della parola che si palesa in una scrittura pulita, nitida. Liriche intense che prendono spunti dalla biografia interiore dell’autore.

Composizione tese e drammatiche dove qua e là affiora un turbamento spirituale, una personalità protesa all’essenzialità del contenuto e dell’espressione estetica.

 Il linguaggio poetico, contraddistinto da originalità espressiva, dà vita a straordinarie suggestione, a rarefatte atmosfere poetiche dove si fondono ancestrali paesaggi e utopici sogni.

 Un linguaggio che attraversa la commedia umana nel suo aspetto più terreno e carnale e in un suo, a volte, mitigato bisogno di trascendenza; i versi sfumano in un arcobaleno che va da un ingenua, infantile purezza ad un tasso di maturo erotismo.

Il libro è diviso in tre parti che noi arbitrariamente abbiamo sintetizzato così: fotogrammi = ricordi, rifugi = tregua, passioni = la veridicità della vita. Questi tre termini sono l’immaginaria scaletta del libro scelta dal poeta per guidarci tra i suoi versi.

 Versi che per il lettore si trasformano nel proprio personalissimo alfabeto dell’anima perché la bellezza e l’inferno della poesia quando ci conquista è il trasformare le parole, il sentire dell’autore in un disvelamento di sentimenti accettati, amati, rifiutati, odiati: i nostri.

Da sempre le cose che dice e la forma con cui le dice sono la base della poesia due elementi che formano la carta di identità dello stile di un poeta le composizioni di Vinicio Salvatore Di Crescenzo, in “Di luoghi e di sensi” racchiudono l’intensità di un profondo contenuto e la leggera, pervasiva eleganza della forma. La sottotraccia della silloge il suo insito filo di Arianna c’è parso essere un domandarsi, uno studio in relazione a ragione e sentimento a memoria e oblio.

Il libro è impreziosito dalla prefazione di Leone D’Ambrosio uno dei nostri più premiati e apprezzati poeti e raffinato italianista che scrive: “ …la poesia di Vinicio Salvatore Di Crescenzo è sempre convincente, sapientemente riflessiva che coglie l’essenza delle cose e dei fatti. Una poesia che mi ricorda molto le tematiche ermetiche tanto care a Montale e De Libero, ma pure a Gatto e Bertolucci.”

Il poeta in questa sua ottava pubblicazione sembra voler fermare e contraddittoriamente far defluire la vita e i sentimenti nel tempo e fuori dal tempo dando alla poesia l’emblematica funzione di imperituro presente.

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista