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Assegnazione case popolari. Valore Donna critica l’operato del Comune di Latina

di redazione –

 

Valentina Pappacena, presidente di Valore Donna, associazione di promozione sociale di Latina, interviene sul caso emerso in questi ultimi giorni che vede la questura pontina fare chiarezza sulle assegnazioni delle case popolari nel capoluogo.

“La situazione – commenta Pappacena – si è evidenziata ancora una volta per caso, stavolta con le ricerche di una persona sulla quale pende un ordine di cattura e resasi irreperibile alle forze dell’ordine. La Polizia si è recata nelle case popolari, dove in una di esse abitava la persona ricercata con la famiglia, evidenziando diverse gravi irregolarità e che hanno portato la questura ad aprire un’indagine accurata in collaborazione con l’Ater per fare luce sui vari aspetti riguardanti le assegnazioni, compito che in realtà spetta al Comune di Latina. Così come lo è anche la verifica di eventuali irregolarità, attraverso controlli periodici, che probabilmente l’Ente non ha mai fatto, vista la situazione che emerge giorno dopo giorno in maniera sempre più grave e sempre più preoccupante. La scoperta fatta dalla Polizia di Latina non è cosa da poco: finalmente si farà luce su un tema scottante per la città di Latina e che l’associazione Valore Donna da anni denuncia”.

Pappacena si riferisce al crescente numero di famiglie che si trovano in condizioni di indigenza e che sono costrette a vivere in strada oppure a commettere illeciti come occupazioni abusive di immobili pubblici, come nel caso delle dieci famiglie al Colosseo. “Una decisione, quella di occupare, che certamente non può essere difesa, ma che può essere compresa – afferma la presidente di “Valore Donna” – perché dettata dalla disperazione. In molti casi si tratta di salvare dalla strada donne sole o bambini. Ed è una situazione, questa, provocata anche dalla cattiva gestione della cosa pubblica: troppo spesso le case popolari sono soggette ad atti clientelari e sono facile preda di delinquenti che, sotto minaccia, si appropriano di immobili di cui in realtà sarebbero altri i legittimi assegnatari. Sono ingiustizie che il Comune spesso non vede, oppure non vuole vedere. Chi però ci rimette sono sempre i cittadini, in particolare quelli in condizioni di maggiore difficoltà, che non possono neanche difendersi”.Secondo Pappacena, inoltre, il problema dell’emergenza abitativa può essere risolto dal Comune – oltre che con controlli serrati e con una revisione accurata delle assegnazioni – anche attraverso la costruzione di nuovi alloggi Erp. Un aspetto, quest’ultimo, che invece sembra avere bene compreso la Regione Lazio, con il recente stanziamento di fondi.

Come esempio di cattiva gestione delle case popolari da parte del Comune di Latina, Pappacena ricorda il recente caso dell’abitazione “venduta” ad una famiglia. Un episodio che, non troppo tempo fa, ha portato l’associazione “Valore Donna” a firmare un esposto alla Procura della Repubblica. Questi i fatti: un uomo, titolare di un alloggio e che si stava trasferendo altrove, aveva fatto una richiesta di cinquemila euro ad una donna, bisognosa di un alloggio per sé e per la sua famiglia, che gli aveva pagato 400 euro a titolo di acconto. Poi però la donna si era resa conto di essere stata vittima di una truffa e che la casa per la quale aveva versato la “caparra” era in realtà un immobile popolare, recandosi quindi negli uffici del Comune per autodenunciare la presenza nell’appartamento della sua famiglia – ritrovatasi ignara occupante – e per rendere noto l’episodio all’Ente, con tanto di carte firmate. Del caso era poi venuta a conoscenza l’associazione presieduta da Pappacena perché, dopo alcuni mesi, quella stessa casa era stata assegnata ad una donna assistita proprio da “Valore Donna” che, chiavi in mano, aveva trovato l’alloggio occupato, beffata dal destino e dal Comune.

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