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Anagni. La personale di Germana Brizio “Donna Storia Mito”

L’artista Germana Brizio con il curatore latinense Fabio D’Achille

 a cura di Cora Craus –

 “Germana Brizio è un’autrice assennata, è una donna completamente dedita al suo impegno artistico. L’impegno è con se stessa, con nessun altro, col suo “Fare Arte”. Un approccio poetico, intenso e persino faticoso. Lo studio continuo e la ricerca dettagliata la fa apparire maniacale, invece è leggera, penetrabile e per nulla austera. Approccia alla vita come se fosse lei stessa la “biro” che la scrive.  Si, Germana scrive e disegna con lo stesso strumento, sul foglio, sul cartone, sulla lastra, sulla tela …e la materia del supporto è la sua essenza. Manipola il gesto con la penna, “cesella” con la mente e accarezza la sfera inchiostrata portando il segno come un’esperienza che non si cancella e che insieme alle altre esperienze e gli altri segni forma la vita, il disegno, sia esso opera d’arte o racconto, citazione o denuncia. Certo la denuncia di Germana è spesso l’interpretazione di una tenerezza e di una poesia che va tutelata, valorizzata e quindi anche annunciata con l’opera artistica.  Si scopre in questa mostra la determinazione a cantare – e per questo anche la musica ha il suo ruolo; il mito cos’altro lo renderebbe tale! Si scopre che la conoscenza, la cultura e la passione possono nutrire un’umanità che invece è dedita a tutt’altro (…) Germana ci ricorda che abbiamo un’anima e non possiamo sprecarla”.

Con questa analisi critica il curatore Fabio D’Achille ha presentato la personale di Germana Brizio “Donna Storia Mito –  pittura disegno arte contemporanea”, ospitata presso nello spazio espositivo della Casa della Cultura a Palazzo Bacchetti ad Anagni.

 L’evento inaugurato il 24 novembre è stato dedicato alla “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”. La mostra resterà aperta al pubblico dal 25 novembre all’8 dicembre tutti i giorni dalle 9:00 alle 14:00 e durante le aperture delle attività culturali e ricreative del Palazzo della Cultura recentemente restaurato e riaperto al pubblico.

 Il curatore di Latina organizza la mostra dell’artista pugliese con MADMuseo d’Arte Diffusa e MadXI Museo Contemporaneo in sinergia con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Anagni e Provincia Creativa di Frosinone. 

Nell’intenso pomeriggio artistico del vernissage un ulteriore momento creativo musicale è stato il breve concerto di chitarra classica del Maestro Stefano Spallotta che ha performato dopo gli interventi istituzionali dell’Avv. Daniele Natalia Sindaco di Anagni, del Dott. Carlo Marino Assessore alla Cultura e al Turismo, Prof. Biagio Rene Cacciola e Luigi Vacana di Provincia Creativa e infine della Dr.ssa Maria Teresa Leoni. 

Chi è la colta e sensibile artista pugliese, Germana Brizio, che ha trasformato la sua arte in “portavoce” delle istanze femminili?

Germana Brizio durante il suo percorso artistico, nel tentativo di comunicare le problematiche che affliggono il mondo femminile, e l’incapacità umana di proteggere la Natura, si è espressa creativamente attraverso varie tecniche, come la pittura ad olio, l’incisione ad acquaforte, disegno, scultura e installazioni.

 In questa esposizione sono presenti diversi disegni realizzati direttamente con la penna biro, in una sorta di sfida senza ritorno che diventa traccia indelebile di un pensiero e di una visione mentale.

 A questo periodo appartengono i volti di donne come la “Pulzella di Orlean”, una donna ancora ragazza che con coraggio e forza affronta da combattente un destino che si compie ineluttabilmente.

 I miti, la bellezza e l’armonia della civiltà greca, hanno fatto parte del suo vissuto, per il territorio natio (la Puglia) da cui ha assorbito le testimonianze, che ancora oggi affiorano dal territorio della Magna Grecia.

 E con questo spirito anelante alla bellezza che ha interpretato Artemis, dea sovrana degli animali, che evitava la città e gli uomini e viveva nei boschi; la mitologia la vede legata alle donne e alla luna, l’ha raffigurata con una rondine in seno, protetta per le primavere che verranno (è l’immagine portante della mostra).

 Altra figura di donna mitologica che ho rappresentato è Clori, raffigurata con una espressione adirata nell’atto di far uscire dalla bocca fiori, boccioli di rosa, riluttante a seminare la nuova primavera che Zefiro dovrà elargire ad una umanità sempre meno riconoscente.

 E con questo spirito critico e personale che ha rivisitato le figure di donne come Myrsine, con la corona di mirto oppure Ipazia.  Volti tra storia e mito, accostati a pitture ad olio su tela con grandi fiori di dalia, simbolo di riconoscenza, di dignità e regalità.

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista