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Absolute Beginners. L’amicizia in terra straniera

di Claudia Fratangeli –

Fare amicizia non è mai stato un problema per me. Una volta un mio amico ha detto che mi bastano dieci minuti.

Perciò, l’ultima cosa a preoccuparmi dei miei spostamenti è il rimanere sola.

Un conto però sono rilocazioni temporanee in contesti universitari, che per loro natura favoriscono la socialitá. Tutt’altro è venire a lavorare in una delle città più caotiche del mondo, patria di un popolo notoriamente diffidente – fino alla terza pinta ovviamente.

Di solito scegliendo Londra si può contare su un più o meno ampio numero di conoscenze, a vari gradi di familiarità.

Non importa se fanno parte del vostro gruppo intimo o se li avete conosciuti una notte sbronzi a San Calisto e poi visti solo su Facebook, per i primi tempi saranno i vostri migliori amici. Cene, cinema, feste, brunch, il loro nome apparirà in fretta sulla lista dei tag consigliati.

Ma dopo quache tempo si realizza una cosa: vivere all’estero ti cambia. Lo so che sembra una cosa scontata, ma la verità è che nessuno lo realizza sul serio finché non ci sbatte contro.

Ritrovarsi in una realtà che non ti appartiene, a parlare una lingua che non è la tua, in mezzo a gente che non condivide il tuo stesso retaggio culturale ti costringe a degli adattamenti. A volte sono piccoli, altre volte più importanti, quasi sempre inconsci. Alle volte si aggiusta il tiro piano piano finché non troviamo il nostro equilibrio, e senza accorgercene siamo finiti molto lontani dal punto di partenza.

C’è chi è partito in coppia e non si sa gestire altrimenti, chi ha deciso di ricominciare da zero e si ritrova con persone a cui prima non avrebbe rivolto la parola, chi cerca di emulare le dinamiche del suo Paese e rimane con i propri connazionali.

Per questo ritrovare gli amici fuori è sempre molto delicato. Non sappiamo che tipo di persone siano diventate e ancora di meno sappiamo che tipo di persone diventeremo noi.

Non abbiamo idea quale sia il loro equilibrio e se è ancora bilanciabile con il nostro. Non abbiamo idea di come abbiano affrontato le situazioni, anche se magari ce l’hanno raccontato su Skype, e non abbiamo idea di cosa siano diventate all’uscita della tempesta.

Non penso che ci sia molto che possiamo fare a riguardo, personalmente sono sempre stata contro l’accanimento terapeutico dei rapporti.

Il consiglio che voglio dare a chi sta pensando di trasferirsi è quello di non fare troppo affidamento sull’avere degli amici in loco, perché magari non saranno vostri amici a lungo. Ma state certi che con un bel sorriso e l’attitudine giusta troverete le persone migliori per farvi forza in questa avventura.

 

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