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Novità editoriali. “È morto un campione”, il primo romanzo di una trilogia gialla di Salvatore D’Incertopadre.

Di Cora Craus –

 “Omicidi in città” è una trilogia scritta da Salvatore D’Incertopadre, di tipo cozy crime, genere diventato famoso per la sua scrittura dallo stile leggero e trascinante. La trilogia abbraccia e si snoda in tre grandi città italiane, ciascuna con il suo irripetibile fascino, che si riverbera nelle pagine dei romanzi. A ciò si aggiunge la cifra stilistica dello scrittore: il linguaggio chiaro, la cura dei dettagli, il ritmo incalzante e colpi di scena spiazzanti. Il primo romanzo “È morto un campione” di cui parliamo oggi si svolge a Napoli, città dove è nato l’autore. La descrizione dei personaggi è vivida, dettagliata, e si nota un’attenzione particolare per le loro specifiche caratteristiche così come per l’ambientazione napoletana.

 Partiamo dalla quarta di copertina: “Durante una corsa all’ippodromo di Agnano, un cavallo stramazza al suolo. Pochi giorni dopo il fantino che lo montava viene rinvenuto morto nel suo appartamento, colpito da due proiettili al cuore. La morte del cavallo e quella del fantino sono i fili di un intrigato mistero che il commissario Garofalo dovrà risolvere”.

Quindi la prima vittima è “Fantasia”, un cavallo, un purosangue, un autentico campione. La storia si dipana in un’aggrovigliata trama intorno a due omicidi e infiniti colpi di scena. La location è una Napoli ricca ed elegante o apparentemente tale. Mentre autentica è la bellezza della città che si può osservare da una via di un “quartiere”, Posillipo, dove un tempo vivevano solo antiche e solide ricchezze: è ancora una zona esclusiva, d’elite, ma è vissuta anche da chi i soldi li ha acquisiti  troppo recentemente.

“È morto un campione” è un giallo piacevole, intrigante, avvolgente e rilassante, dove la bella napolitudine emerge grazie al commissario Alberto Garofalo e all’ispettore Cozzolino. I due investigatori, protagonisti delle indagini, attorno a cui si muove un’interessante galassia di intelligenti personaggi, che spaziano dalla giudice Giordano, magistrato dalla mente aperta e disposta a riconoscere le capacità dei suoi sottoposti, alla “sfacciata” Erina Mazzotta, la bella medica legale dalle incisive fattezze di una donna dell’antica Magna Grecia, con un debole per il disinteressato commissario Garofalo; per giungere al fedele ispettore Cozzolino, la cui accorta attenzione aiuta a sbrogliare le inattese peripezie prese dalle indagini mettendo a fuoco relazioni difficili, inautentiche, “avariate”.

La questura, non si direbbe, ma in fondo è un porto di mare, non proprio affollato di bellezze discese dall’Olimpo o attrici da red carpet; e così, quando fa la sua entrata Anna Maria Somma, persona legata a uno dei due omicidi, quello del fantino, di cui apprezzava le misteriose e nascoste doti. Scrive l’autore: “Agli occhi del commissario parve un dipinto rinascimentale l’icona della bellezza, l’immagine della sensualità”.

“È morto un campione” di Salvatore D’Incertopadre. (Ed. Aletti – pag. 97 – € 14) disponibile anche in e-book

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista