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Una bella ripubblicazione della Mario Pascale editore: “La causa della donna” di Luisa Tosco

Di Cora Craus –

Oggi, ci soffermiamo sul libro “La causa della donna” di Luisa Tosco, pubblicato nel 1874. Un lavoro giornalistico-letterario di una pioniera della lotta per i diritti delle donne.

Da sempre, le donne sono state numericamente prevalenti nella società, almeno in quella che definiamo occidentale, eppure sono state il lato oscuro dell’umanità: inesistenti, esseri sottomessi e oppressi, ectoplasmi della vita pubblica e culturale, insignificanti anche nella vita familiare. Perché qualunque decisione, dalla sorte suprema della loro vita fino alle faccende domestiche, passava per l’autorità, spesso feroce, del padre, del marito, del fratello, del figlio. Perché? Sono state scritte intere enciclopedie in merito e molto se ne dovrà ancora scrivere su questo immenso tema.

Il libro di Luisa Tosco è una preziosa pubblicazione, immeritatamente dimenticata, oggi riproposta dalla casa editrice Mario Pascale e curata dallo stesso editore, che l’ha arricchita con un suo breve saggio: “Luisa Tosco. Risorgimento e femminismo”. Il contenuto del testo è di grande interesse, poiché offre una visione storica e culturale della condizione femminile nell’Ottocento italiano.  E la sua riproposta è un importante contributo alla conoscenza della storia del femminismo e della lotta per i diritti delle donne.

Leggere questo libro diventa un momento topico per ricordarsi da dove veniamo, da dove partono le lotte femministe e femminili che, oggi, inglobano non solo le donne, ma anche tutte le minoranze, tutti coloro che non si riconoscono nel sistema binario uomo/donna.

Lo stile del testo è appassionato, diretto e coinvolgente, con grande capacità di enfatizzare i concetti. L’autrice utilizza un linguaggio chiaro e accessibile, decisamente moderno e spregiudicato per l’epoca, esprime una forte critica sociale e una profonda consapevolezza delle questioni femminili. L’uso di esempi tratti dalla quotidianità e riferimenti storici aggiunge veridicità e profondità alle argomentazioni.

“In verità si direbbe che il nascer donna sia un disonore, un’onta, una colpa da doversi espiare a forza d’umiliazioni, di rassegnazione, di pazienza e senza mai potervi riuscire! Perciò, mentre tra gli uomini il debole ed il forte vengono considerati eguali, e sono entrambi soggetti alle medesime leggi, alla medesima morale, all’onore medesimo, ad una ragione ed una giustizia medesima, la donna si è lasciata dar ad intendere che oltre ad essere, ovvero, per essere più debole dell’uomo, essa appartiene ad un’altra natura (natura inferiore al più basso, al più vile, al più tristo degli uomini, per cui deve essere retta da speciali e più severe leggi, soggetta ad una diversa giustizia, a due sorta di morali, a due onori diversi, il maschile ed il femminile ad un tempo, sottoposta a particolari rigorosissimi doveri senza verun diritto corrispondente. La politica non la riguarda. La libertà che tanto l’uomo ha in pregio, e per cui sparge il proprio sangue fino all’ultima goccia, è cosa che non la deve punto interessare. Che il mondo cammini per diritto o per rovescio; regni in esso la giustizia o la forza, la legge o un potere arbitrario, nulla di tutto questo deve alla donna importare”. (pag.12)

La pubblicazione, vero scrigno di una appassionata rivendicazione sul diritto delle donne all’eguaglianza, oggi aggiungerei all’equivalenza, che è l’opposto dell’omologazione: diversi ma di uguale valore e dignità.

 Ecco. Negli articoli di Luisa Tosco vi è una puntuta e puntuale critica alla società patriarcale dell’epoca, che è amaro dirlo, a tutt’oggi è stata solo scalfita dalle lotte femministe, cosa che rende quanto mai attuali i suoi scritti.

 È, altrettanto, evidente che molte cose sono cambiate: abbiamo raggiunto il diritto al voto, all’istruzione piena, alla dignità e il rispetto di esseri umani. No, non sorridete, le donne sono state per secoli considerate esseri comunque inferiori, bisognosi di un’eterna patria potestà.

 E credo non sia difficile immaginare che l’altra metà del cielo, il genere maschile, non nutrisse nessun desiderio di rinunciare al privilegio di essere superiore per nascita, cosa che la legge sociale e giuridica gli confermava. Il sentimento, meglio il risentimento, per questa perduta supremazia continua a pervadere in modo carsico l’attuale società occidentale e che, secondo me, affiora in modo accecante nei femminicidi.

Mentre ci lasciamo conquistare dalla determinazione, dalla passione dell’autrice sulla necessità di cambiare la società non possiamo dimenticare la realtà ancora oggi presente nelle società diverse dalla nostra, dove le donne sono apertamente discriminate e impedite nella loro libertà, ferite nella loro dignità.

Luisa Tosco pubblicò i suoi articoli con grande successo sulla rivista “La donna”, fondata e diretta dalla scrittrice di area mazziniana Gualberta Alaide Beccari.

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista