Sabato 10 maggio presentazione del libro di Carla Zanchetta: “Percorsi incerti. Vite di madri tra l’essere grembo e arciere”

A cura di Cora Craus –
Una nuova presentazione per “Percorsi incerti. Vite di madri tra l’essere grembo e arciere” opera di Carla Zanchetta. Edito da Edizioni Botteghe Invisibili sarà presentato sabato 10 maggio, alle ore 18.00, presso il Centro Sociale “Don Giovanni Lerose” di Borgo Podgora. A conversare con l’autrice sarà l’operatrice pastorale Laura Ricci. L’incontro sarà introdotto da Enzo Ascenzi, presidente del Centro Sociale.
“Quella dell’autrice, madre adottiva di Alessandro, si legge in una nota – è stata una maternità impegnativa. Quando quel bambino arriva, un giorno di ormai trent’anni fa, nella vita di Carla e di suo marito Antonio, arriva con lui anche la necessità di rivedere le priorità di un’esistenza fino ad allora ordinata, scandita dalla quotidianità del lavoro e della relazione di coppia, perché tra queste figurano ora le esigenze, tante, di Alessandro. Perché quando l’autismo «sopraggiunge e si innesta sulla strada di una famiglia, “guasta” ogni progetto e impone una direzione non immaginata prima». Non fa distinzioni di estrazione sociale, provenienza, cultura. Colpisce come una frustata nel bel mezzo di una vita.
Carla Zanchetta lo sa bene, e come lei, le altre otto madri con le quali condivide l’esperienza dell’autismo dei figli e le cui storie si innestano sulla sua, in questo libro al contempo delicato e forte.
Storie di madri che, per non dimenticarsi di essere anche donne, hanno faticosamente imparato a recuperare spazi propri e respiro, andando oltre la consegna sociale che le vuole, o, per fortuna, le voleva, solo “madri dolorose”. In questo libro non c’è spazio per il giudizio né per il confronto, sebbene non si taccia delle difficoltà, degli ostacoli e delle cadute.
Da madri, le donne che Carla Zanchetta racconta nel suo libro sono grembo che protegge, ma vogliono farsi arciere per i propri figli, perché questi possano vivere un futuro di autonomia e competenze, in cui le abilità contino più dei limiti, nella misura del possibile, un futuro di relazioni, di lavoro, di famiglie. E nel percorso che tracciano si specchiano l’una nell’altra e lasciano indietro qualcosa di sé, della propria esperienza. Perché altre madri possano orientarsi nel cammino, che può farsi meno aspro e insicuro se segnato dal filo multicolore che, oltre la paura, cuce insieme coraggio, determinazione, forza. E la speranza di guardare avanti, oltre le difficoltà dell’essere genitrici di figli con autismo”.