“Rome Handpan Fest 2025”, un successo annunciato tra musica, letteratura, amicizia

A cura di Cora Craus –
“Rome Handpan Fest 2025”, Successo annunciato nella Città eterna al Testaccio Estate. Già il progetto grafico a cura di Alessandra Miliziano prometteva appeal per questa seconda edizione del festival, domenica scorsa, ideato da Enrico Wekerù Caruso della Handpan School Roma e Luca Hang Bertelli, musicista dalle spiccate doti da presentatore e da 19 anni abile maker di questi strumenti scintillanti che fanno vibrare all’unisono cuori e note musicali. L’arrivo della Special Guest spagnola, l’artista Mar Loi ha avuto un seguito eccezionale. Il luogo poi, nell’ambito del Testaccio Village, alla Città dell’Altra Economia, ha aggiunto interesse.
Il reportage e l’intervista alla Special Guest Mar Loi della giornalista pontina Rosalba Grassi:
“Come romano e romanista – dice infatti Luca Bertelli – sono fiero di aver ottenuto la possibilità di inserire il Festival in una tale cornice e nella Rassegna del Testaccio Estate un punto di riferimento nel panorama musicale. Inoltre anche se sono stremato per l’organizzazione di un così grande evento ricco di iniziative all’interno, sono soddisfatto per la risposta di centinaia di partecipanti e che tra il pubblico variegato sia per età sia per competenze artistiche, ho potuto riconoscere una grande attenzione. Ora sulla scia del picco di adrenalina raggiunto, con Enrico Caruso stiamo già pensando alla prossima edizione che riserverà delle sorprese inaspettate”.
Le due edizioni del festival sono state caratterizzate dalle ouverture dei concerti affidate alla prima e unica Rome HandpanOrchestra diretta da Enrico Caruso, formata da 30 elementi, sempre più preparati e pronti all’ensemble.
Un evento spettacolare per le suggestive esibizioni di artisti di spicco nel panorama italiano e internazionale, legato all’Handpan, quali:
Tommaso Varriale, con il suo viaggio intergalattico con le sue creazioni: i blesspan. Coreografico per la collaborazione con la ballerina di danza del ventre Chiara Shireen.
Federico Capodiferro, ha fatto il suo exploit, i suoi giri sullo scudo scintillante parlano della sua professionalità da batterista ed esprimono fusion tra rythm&soul e tutta l’armonia in hijaz una scala che richiama atmosfere medio-orientali.
Salvatore Perrone, un performer coinvolgente, un trasformer coraggioso che ha lasciato il suo lavoro di cuoco e ha deciso di viaggiare con tappe da musicista di strada che fa splendere e vibrare il suo handpan in luoghi che più lo aggradano e nelle piazze sui sentieri, in montagna, al mare crea momenti di connessione emotiva con il pubblico. Entra anche nelle case della gente che incontra dove cucina e suona. E questa nuova vita appartiene alla sua etichetta ‘La Ricetta del Cambiamento’.
Enrico Caruso, acclamato maestro, ha dato il massimo in concerto, non si tradisce mai e trasmette una particolare emozione dovuta alla sua bravura ma anche al suo temperamento esplosivo e al contempo profondo, alla sua tecnica che riporta in vita gli insegnamenti del suo maestro e mentore, il percussionista di fama mondiale: Jack Tama, scomparso nel 2016 al quale sempre, ogni volta che sale su un palco, Enrico dedica intimamente il suo rinnovamento in Handpan groove.
Tutti sono stati fieri di salire sul palco di questa edizione del festival a infiammare gli animi.
Una menzione speciale va a tutti gli allievi della Handpan School Rome e non solo, che si sono avvicendati in Open Mic.
In particolare ha sorpreso i presenti l’armonia espressa in Handpan dal piccolo Leo, un ragazzino di 11 anni figlio d’arte.
Leo ha insito nell’animo fanciullo, il ‘Sound Good’ dell’omonima Scuola di musica del papà. È il più giovane allievo di Caruso e riportiamo una chicca che gli riguarda.
Il piccolo player, qualche tempo fa, ha contattato Bertelli con una richiesta speciale: quella di acquistare un handpan in low cost, che avrebbe comprato con i suoi risparmi ottenuti dai regali per il suo compleanno e così, ottenuto lo strumento, è stata magia sul palco.
Eliseo Paniccia, in arte EliAlchemy, di seguito, ha emozionato il pubblico con la sua musica vibrante destinata alla sensibilizzazione ambientale. Eliseo è un artigiano-musicista, infatti, che realizza handpan e resonance da materiale dismesso. E l’arte diventa processo di rinascita, gli scarti – in apparenza inutili – diventano musica e appartenenza comunitaria.
Una splendida Simona Conti si è rivelata in tutta la sua passione, sembrava pattinasse sulle note.
E anche i partenopei non si sono lasciati sfuggire l’occasione. La scuola di Handpan di Napoli ha vibrato a Roma, con Alex Nucciotti, già allievo di Enrico Caruso e poi Vito Ferlotti, ParthenoPan.
Si
è distinto al Rome Handpan Fest, giunto da Marsala per l’occasione, anche Piero Pellegrini in
arte Vola Oscar,
il suo nick da pilota con cui vola in parapendio, legato pure allo strumento
che suona.
“Perché quando suono l’handpan- dice Piero Pellegrini – provo sensazioni
tali che mi permettono di sognare, di volare oltre l’immaginario. Quindi il
volo è intrinseco nello strumento, poi Oscar è il mio secondo nome di
battesimo, ergo… nasce il Vola Oscar musicista”. La sua terra sonante è la
Sicilia dove si esibisce tra le Saline e Favignana e Marettimo, risvegliando
anche i delfini. E con lui plana in viaggio sensoriale anche il pubblico e sta
volando anche il suo disco: “PanPeter &Friends” Insieme per
Gecyl.
Gecyl, una bambina di 4 anni delle Filippine, abbandonata dal papà e che vive in totale precarietà, è in condizioni disperate, vive in una capanna di lamiere senza alcun servizio igienico. Il ricavato della vendita del disco, dunque, sarà devoluto in beneficienza per il progetto di costruire per lei una casetta in piena armonia con il villaggio dell’isola su cui vive.
Nell’ambito del Rome Handpan Fest anche la narrativa diventa musica in una performance a cura della giornalista Rosalba Grassi.
Melodia e armonia, con il tocco in Handpan della maestra Laura Pace di Alchemy Sound Sculpture, hanno risuonato tra le parole del racconto: ‘La Canzone del Serengeti’, tratto dal libro scritto da Antonio D’Onofrio, architetto creativo e viaggiatore nel mondo, anche allievo della Handpan School Rome, dal titolo “Handpan e altri racconti”.
(Disponibile su Amazon) https://www.amazon.it/Handpan-altri-racconti-Antonio-DOnofrio/dp/B0F3D3XN2Z
Rosalba ha dato voce a Chewe, il Masai protagonista, il quale spezzando la lancia e imbracciando, al posto dello scudo, un Handpan trovato nel Parco nazionale in Tanzania, da guerriero è diventato ‘Il Custode delle Canzoni del Serengeti’.
E dimostrando – come è scritto nel libro – che l’arma più potente non è la lancia ma una canzone, ê stato inviato dal palco un messaggio di pace, in questo contesto storico caratterizzato da guerre.
La Special Guest Mar Loi, interprete eccezionale, musicista di strada che ha tenuto workshop in masterclass al Rome Handpan Fest, ha infine strabiliato tutti in Main Concert, con la sua sensibilità melodica ed energia ritmica che le permettono di passare da momenti meditativi a groove coinvolgenti. Giunta direttamente dalla Spagna, Mar Loi, nativa delle Isole Canarie e residente a Girona, sta facendo il Giro d’Europa in Handpan, con il suo tour che la vede protagonista in Grecia, Francia, Italia, Svizzera, Germania, Olanda, Slovenia e Spagna
L’Artista ha rilasciato una breve intervista alla giornalista Rosalba Grassi.
🎤Chi è Mar Loi al di là dell’etichetta professionale?
“Ho 34 anni – racconta Mar Loi – sono nata nelle Canarie a Tenerife, ho fatto una carriera da insegnante di educazione fisica, ho un Master in psicomotricità, ora vivo a Girona in una Comunità, dove stiamo costruendo un’altra casa con i fratelli. Sono una persona sensibile e sono sempre stata una ragazzina felice”.
🎤C’è stato un momento preciso in cui hai capito che la tua creatività ti avrebbe condotto su questa strada?
“Si, quando dopo 7 anni di lavoro, nel mio settore: l’educazione, ho lasciato tutto per la musica, perché quando suonavo sentivo un’emozione tale che capii che quella era la mia strada. Ciò che sentivo quando creavo musica non aveva eguali”.
🎤Il tuo compagno di viaggio, l’Handpan, quando e dove lo hai incontrato?
“Ci sono stati due momenti determinanti il primo è stato per la strada a Tenerife, dove l’ho sentito suonare da un giovane musicista che poi ho scoperto che era il cugino della mia migliore amica e siamo potuti restare in contatto. Il secondo in India, dove ho vissuto per un anno. L’ho ascoltato da un amico che ne aveva uno piccolino, me lo ha lasciato per due giorni ed è stato amore a prima vista. Tornata in Spagna ho capito che non potevo farne a meno e ho comprato il mio primo Handpan”.
🎤E dal momento in cui hai preso tra le mani l’handpan il tuo corpo e soprattutto le tue mani, a iniziare dalle dita, come lavorano su questo strumento?
“Grazie alla mia trascorsa carriera, il mio corpo era abituato ad una certa motilità e ritmo e tutto questo è stato trasferito sull’handpan, che poi è diventato un prolungamento dei miei arti, oramai fa parte del mio corpo”.
🎤Il cuore ha la sua gran parte, ti emoziona ed emoziona. Quale messaggio vuoi trasferire al tuo pubblico?
“Voglio far trasparire che tutti abbiamo creatività dentro e che basta cercarla per farla uscire fuori. Chiedo al pubblico di fare tesoro della propria creatività. E quando salgo sui palchi, desidero che la mia musica sia di ispirazione per tutte le donne che escano fuori e possano esprimersi“.