Anzio incontra il poeta che non muore: “Pasolini e La Meglio Gioventù”

A cura di Cora Craus –
Ad Anzio, una delle città frequentate dal poeta corsaro è calato il sipario sull’emozionante convegno: “Pasolini e La Meglio Gioventù” che ha celebrato il cinquantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini. Il convegno si è svolto presso l’Auditorium di via Nerone 1, con gli studenti del Liceo Scientifico Linguistico Innocenzo XII, i docenti e quanti cittadini hanno voluto prendervi parte. Non è stato un semplice commemorazione, ma una vera e propria lezione eretica offerta alla nuova generazione.
L’immagine di una platea gremita, attenta e profondamente appassionata, ha smentito chiunque creda che Pasolini sia solo un fantasma del passato o un personaggio di secondo piano. Al centro di un dibattito profondo e articolato – intitolato significativamente “Pasolini e La Meglio Gioventù” – il fulcro emotivo è sempre stato il poeta. Come è stato sottolineato con forza: “non esiste gesto più eversivo, rivoluzionario ed eretico di quello di dare spazio alla poesia, e Pasolini è stato soprattutto un poeta”.
Gli organizzatori hanno voluto esprimere un sentito e doveroso ringraziamento ai docenti relatori e alle personalità di spicco che hanno arricchito l’incontro condotto con maestria dal Prof. Angelo Fàvaro, quali il Presidente del Comitato Nazionale Pasolini100, prof. Giulio Ferroni, la segretaria prof.ssa Maura Locantore, il dott. Pierluigi Sanna, Presidente di Roma Città Metropolitana e la dott.ssa Valentina Gasparet per il Centro Studi Pier Paolo Pasolini Casarsa della Delizia. La loro presenza, unita all’entusiasmo della attenta e plaudente platea di Anzio, ha trasformato la sala in un luogo di confronto vitale.
Una menzione speciale è andata all‘Istituto Alberghiero Marco Gavio Apicio, i cui docenti e studenti hanno arricchito la giornata con la loro squisita e competente professionalità nel preparare buffet e pranzo, dimostrando che la cultura passa anche attraverso la cura e la condivisione.
“È attraverso – si legge in una nota degli organizzatori – l’analisi della sua opera – dalle radici friulane della sua raccolta giovanile “La meglio gioventù”, che tratta il tema della morte e della lingua con struggente intensità, fino alla sua produzione più matura – che l’uditorio ha potuto toccare con mano il cuore pulsante del suo pensiero: la tensione tra l’innocenza perduta e l’urgenza della critica alla modernità. Nelle tre sessioni della giornata, si è parlato di gioventù tradita, di impegno civile che si fa denuncia sociale e ambientale, di poesia, ecocritica, linguistica e società.
Pasolini è tornato in vita attraverso la sua stessa voce: versi, articoli, sequenze cinematografiche e lettere che hanno delineato la figura di un intellettuale scomodo e necessario. Le discussioni si sono addentrate nelle borgate vecchie e nuove, nella dialettica tra scienza e coscienza, e nella profonda connessione tra la sua vita e la sua arte, riconoscendo in esse un “unico corpo” poetico.
Pasolini non è morto. Ad Anzio, la sua meglio gioventù è tornata a fiorire negli occhi e nelle domande dei ragazzi. La sua lezione – quella di un eretico che ha fatto della poesia l’unica, irriducibile arma contro l’omologazione – resta un faro acceso sul futuro. L’eredità di Pasolini non è una pagina da sfogliare, ma una sfida da raccogliere, oggi più che mai”.