Case editrici pontine. “La mensa dei giorni pari e altri racconti” di Lorenzo Iannelli Edizioni Botteghe Invisibili.

A cura di Cora Craus –
Giovedì, 11 dicembre 2025 alle ore 18 presso lo Spazio Eventi del MUG, Museo Giannini, in via Oberdan 13/A, la prima presentazione de “La mensa dei giorni pari” di Lorenzo Iannelli. Dialogherà con l’autore Mariacarla Battaglia. Letture di Sabrina Bruno, musica di Jonathan Ginolfi. Il libro, a cui fanno da cornice gli interventi di Vincenzo Lifranchi e Gianmarco Proietti e l’illustrazione di copertina firmata da Fabrizio Gargano, rappresenta l’esordio “in solitaria” di Iannelli – che pure ha già pubblicato diversi racconti in varie antologie – ed è pubblicato nella collana “Narrativa” di Edizioni Botteghe Invisibili.
“Eduardo De Filippo, genio indiscusso del teatro italiano, – si legge in una nota degli organizzatori – pubblicò la raccolta delle sue commedie nei volumi Cantata dei giorni pari e Cantata dei giorni dispari, ed è a quest’opera, alla sua struttura che, per affinità elettiva, si ispira La mensa dei giorni pari e altri racconti, raccolta di racconti scritti nella scuola e per la scuola da Lorenzo Iannelli, autore che la abita, la sogna, la ascolta, la sopporta quotidianamente, la vive dal banco, da dentro.
Docente di Lettere nell’Istituto comprensivo “Natale Prampolini” di Borgo Podgora, Iannelli conosce tanto bene le dinamiche scolastiche da essere riuscito a raccontarle con lucidità e ironia, disillusione e speranza, senza paura di svelarne i limiti e con la voglia, propria di chi ama ciò che fa, di ribadirne il ruolo essenziale, soprattutto come luogo di formazione in cui si dà, anche, ascolto ai ragazzi e alle ragazze, spazio ai loro sogni, alle aspirazioni, alle paure, alle loro necessità. O, almeno, si dovrebbe.
«Tecnicamente scritti bene, antropologicamente scritti meglio», i racconti di Lorenzo Iannelli dicono, dunque, di inizi e prospettive aperte, come di discrepanze, disequilibri, di qualcosa che non è come si vorrebbe, che non va come dovrebbe. Nei panni una volta del docente, una volta degli alunni, l’autore ci racconta di giovani che «cercano le proprie strade tra le maglie strette di un’adultità quasi mai completamente compiuta e in grado di guidare davvero» e di adulti che si vedono, bambini, a percorrere i passi che li hanno portati a diventare ciò che sono, consapevoli, chi più, chi meno, chi per niente, del ruolo che ricoprono e del peso che ha.
E quando infine il nodo si scioglie, in una lettera che è commiato e, al tempo stesso, ritorno, la scuola, l’idea di scuola alla quale siamo stati così ben introdotti dall’autore – che ama definirsi professore di Lettere e di resistenza umana, perché – come ripete ai suoi alunni – «le parole salvano, anche quando arrivano dopo la campanella» – ritrova il respiro e il suo senso profondo. «Anche quando non è perfetta. Anzi, proprio allora».”