ED Racconta

Un tramonto, un bacio salato e grondante e quell’amore inaspettato

di Francesca Romana R. C. –

 

Quell’estate lontana e calda, quegli occhi così chiari, penetranti, che la guardavano da una distanza di pochi centimetri, lei non li aveva dimenticati. Erano passati anni, eppure ricordava anche gli istanti, gli sguardi intensi e profondi di quella serata magica, avvolgente, di rara bellezza.

Si erano conosciuti ad una festa, tanti amici comuni, ma loro si vedevano lì, in mezzo a quella baraonda di gente, solo allora. Lui alto e possente, occhi azzurri e un sorriso disarmante. Un click, una fotografia, un pollice alzato, un sorriso ricambiato e nulla di più, apparentemente. Poche ore dopo, forse un giorno, un invito, un bagno al tramonto, quel tramonto che nulla è più bello, e la voglia di quel bacio. Lì, in acqua, a poche ore di conoscenza.

“Non si fa – pensava lei –  e perché no, allora sì, o meglio di no….”. Era così attratta, non riusciva a staccare gli occhi dai suoi, una forza che non gestiva stava decidendo il destino meraviglioso di quelle ore.

Parlavano e si raccontavano la vita, e intanto i loro corpi si cercavano, si sfioravano nell’acqua assecondando il movimento di quella lieve corrente, fino a quando lui la prese fra le braccia. Un bacio salato e bagnato dai capelli grondanti di acqua di mare che colava abbondante sui loro visi. Non c’era nulla intorno, o forse loro al di là dei loro occhi non vedevano altro che quel sole che stava per tuffarsi in acqua. Un tramonto, l’ennesimo che vedeva, ma il più bello della sua vita, le stava regalando un’emozione grande,  sicuramente inaspettata.

I baci lunghi, infinitamente lunghi, mentre il tempo che passava non sembrava condizionarli: scorreva lento come il movimento delle mani che si cercavano, che scoprivano ogni istante di più qualcosa di loro.

Non c’erano tabù, pure se inizialmente lei cercava di evitare che quelle mani si insinuassero troppo in zone proibite da una sorta di regolamento non scritto (per cui bisogna che ci si conosca e ci si piaccia da almeno…. E chi lo sa?). Invece le mani non smettevano di regalare sensazioni e brividi alla pelle.

Fecero l’amore in acqua, in quel mare calmo e caldo, quel mare che li proteggeva e li avvolgeva, come la seta di un delicato lenzuolo.

Lei raccontò quella  favola dei filamenti d’oro, secondo cui quando due persone fanno l’amore per la prima volta in una maniera così delicata e profonda, sul loro ventre cresceranno dei filamenti d’oro e loro rimarranno legati per sempre. Sapeva che era una favola, che il mondo va diversamente, ma in quel momento era questo quello che voleva pensare e credere.  La musica, le parole, la voce di lui, la sabbia ancora calda, i costumi abbandonati sulla spiaggia erano la cornice di quel tratto d’amore della sua vita.

Lo fecero, lo rifecero fino a che quel sole che li aveva visti baciarsi e sfiorarsi, li ritrovò nuovamente insieme, stanchi e abbandonati  mentre si tenevano per mano con le gambe incrociate, ancora con la voglia di cercarsi.

Non funzionò la storia dei filamenti d’oro, lui sparì, così come si era palesato, ma il ricordo di quelle ore lei lo avrebbe portato dentro per sempre, avrebbe protetto quel ricordo cercando di non farsi mai condizionare dagli avvenimenti successivi.

A nessuno avrebbe mai permesso di smontare quella storia, lunga solo poche ore, ma che lei aveva amato con tutta se stessa.

Perché in fondo chi l’ha detto che un amore, per chiamarsi così, debba essere per sempre?

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