ED Racconta

Absolute beginners. Una Latinense a Londra.

di Claudia Fratangeli –

 

Nonostante – o a causa, non ho ancora ben capito – gli orari flessibili, si lavora parecchio.

Si lavora talmente tanto che sono in ritardo con la consegna settimanale e ora mi sono presa un attimo di pausa per scrivere.

Si lavora talmente tanto che il primo mese mi sono fatta 20 giorni filati in ufficio. Quando si dice partire in quarta.

Non che mi stia lamentando, che sia chiaro. Gli straordinari li ho fatti partecipando, nei weekend, alla logistica di due eventi, o meglio di due hackathon.

Ne avevo sentito parlare già in Italia, ma non avevo mai partecipato. L’idea che mi ero fatta era quella di una serie di nerd che sacrificano un weekend per ritrovarsi insieme a programmare cose più o meno rivoluzionarie.

Anche se non sbagliata, questa definizione è decisamente limitativa. L’obiettivo del weekend è di riuscire a trasformare un’idea in un’impresa con un prodotto commercializzabile. Per questo non sono solo i programmatori a partecipare, ma anche designer e business developer, ovvero persone in grado di sviluppare l’impresa.

Mi sono dovuta ricredere sul sacrificio del weekend. La location è incredibile – con vista su Tower Bridge –  si conoscono un sacco di persone interessanti, c’è un ingente quantitativo di cibo, birre fredde e si lavora su un progetto potenzialmente interessante. È molto più di quanto si possa dire di certi weekend sbagliati.

Ho scoperto un mondo qui a Londra decisamente vivo, fatto di questi fine settimana. Tra un pacchetto di patatine, l’ennesima tazza di caffè, una fetta di pizza e un birra quasi fredda prendono vita idee brillanti e si costruiscono rapporti di lavoro/amicizia – il confine è molto labile, ma di questo parleremo un’altra volta.

Non nascondo la mia sorpresa quando ho visto arrivare anche gente ben al di sopra dell’età in cui ci si immagina un nerd, provvisti di voglia di mettersi in gioco e lanciarsi in nuove avventure, che siamo abituati ad attribuire solo alle menti più giovani.

Una facilità di uscire dalla propria comfort zone che difficilmente ho visto manifestarsi nei loro coetanei in Italia.

Ho capito cosa intendeva chi mi ha detto che qui puoi cambiare una vita in qualsiasi momento. Niente male.

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