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Emanuele Severino, In viaggio con Leopardi

 di Cora Craus –

 

“In viaggio con Leopardi – La partita sul destino dell’Uomo” di Emanuele Severino (ed. Rizzoli – pag. 224 – € 16) è una lettura affascinante e impegnativa, un invito a guardare e a riflettere sull’Uomo, sull’Eterno, sulla Politica, sul Sociale avendo come traccia i “Pensieri” di Giacomo Leopardi dello “Zibaldone”, e come guida la parola di Emanuele Severino.

Severino è un filosofo e il maggior pensatore italiano contemporaneo, membro dell’Accademia dei Lincei; fino al 1969 fu uno dei più ascoltati e influenti fra i docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano dove era divenuto, a soli ventitré anni, professore di Filosofia Teoretica. Legame che si sciolse perché la “Congregazione per la dottrina della Fede” ne decretò l’incompatibilità con i principi del Cristianesimo.

Il filosofo è stato il fondatore della Facoltà di Lettere e Filosofia alla Ca’ Foscari di Venezia. Massimo Cacciari, che della città lagunare ne è stato sindaco, ha definito Emanuele Severino: “Un gigante e l’unico filosofo che nel Novecento si possa contrapporre a Heidegger”.

“In viaggio con Leopardi” è un libro diviso in 21 brevi capitoli, nei quali l’autore pone l’accento, si interroga e formula ipotesi sulla nostra capacità di reggere lo spettacolo dell’infelicità generale, di guardare al nulla in cui ci muoviamo senza per questo perderci nella vertigine della sua immensità. Quest’opera, definita dall’autore “divulgativa”, chiude una trilogia dedicata al poeta di Recanati; i due volumi precedenti sono stati: “Il nulla e la poesia. Alla fine dell’età della tecnica: Leopardi” e “Cosa arcana e stupenda. L’Occidente e Leopardi”.

Leopardi, si chiede l’autore, sarebbe “il cantore della morte”? A cosa è dovuto il grande successo registrato dallo “Zibaldone di pensieri”, che è stato tradotto negli Stati Uniti e ha conquistato svariati “strati” di lettori? E inoltre possiamo dare per assodato che “Leopardi, oltre a trovarsi al culmine della poesia, si trova anche al culmine della storia del pensiero filosofico”?

“L’opera di Leopardi – scrive Emanuele Severino – è una grande critica della civiltà. Può sembrare che egli stesso favorisca l’impressione di muoversi nella direzione indicata da Rousseau. Eppure c’è ben altro. Leopardi anticipa Nietzsche, anticipa il cuore del pensiero di Nietzsche: il tema della morte di Dio”.

“In viaggio con Leopardi” nasce come una partita a tre sul destino dell’uomo. Leopardi è il Giocatore Nero, il parricida che vede l’incapacità del Giocatore Bianco, cioè della tradizione dell’Occidente, di arrestare la frana gigantesca da cui è travolto. Ma in queste pagine la partita è giocata anche da un Terzo Giocatore, che in realtà non “gioca” come gli altri due ma vede tutto l’errare e la violenza della civiltà occidentale. Ed è all’immensità di questo vedere che si rivolgono le pagine di Severino, diventando uno strumento prezioso di interpretazione anche del nostro tempo e delle nostre cose quotidiane.

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista