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Lucrezia Lante della Rovere conquista Pontinia

di Silvia Bottoni –

 

Già reduce da un  grande successo nel Festiva di Spoleto, l’attrice Lucrezia Lante della Rovere, in una produzione della Compagnia Stabile del Molise, si è esibita in maniera eccelsa presso il Tetro Fellini di Pontinia. Grazie alla collaborazione con la Direttrice, Paola Sangiorgi, ed a tutto il suo staff è riuscita ancora una volta a sorprendere il pubblico presente. “Io sono Misya”, è questo il titolo dell’opera portata in scena dal Regista Francesco Zecca; la turbolenta, complessa  e fantasmagorica vita spinta sempre agli eccessi della musa Misya Sert (San Pietroburgo 1872- Parigi 1950) ispiratrice, promulgatrice e madrina dei più grandi artisti in un’epoca di grandi e tumultuosi cambiamenti tra la fine dell’800 e gli inizi dell’900. Al centro del palcoscenico una sola ma enorme sedia, un’opera unica creata appositamente da Gianluca Amodio: e lì seduta, avvolta da un giostrale gioco di fumo, luci e musiche in un accattivante ed intenso monologo, Lucrezia Lante della Rovere ha saputo catturare l’attenzione ed il piacere del pubblico.

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L’Attrice Lucrezia Lante della Rovere in “Misya”

 

Cari lettori, come mia abitudine riesco a farmi dedicare pochi minuti per una breve intervista:

 

Lucrezia di nuovo qui al teatro Fellini di Pontinia.

“Si, mi sono già esibita qui, tempo fa con il collega Rocco Pappale”.

Cinema e Teatro, quale preferisce?

“Non c’è una preferenza, la scelta cade sul progetto ed il personaggio che vado ad interpretare”.

Dal 1986, l’anno del suo debutto nel Film “Speriamo che sia femmina” del maestro Monicelli, ad oggi quale è stato il personaggio che ha amato di più?

“Oh… ma sono tantissimi! Chi li ricorda tutti? Sicuramente quello che amo di più è sempre l’ultimo che interpreto perché è sempre quello che mi rimane dentro nel tempo”.

Lucrezia e Misya, cosa le accomuna e cosa le divide?

“Non le divide nulla; è un mio monologo che ho appositamente voluto per realizzare un personaggio vivo, che faccia vibrare, per far uscire tramite quest’opera la femminista, l’amicizia, il destino!”.

Cosa le fa piacere vedere e cosa le dà fastidio?

“Il nostro scopo è quello di piacere e soddisfare il pubblico e quando questo avviene io personalmente sono enormemente felice. Invece non sopporto la maleducazione, quando ti stai esibendo e la gente guarda l’orologio o parla al telefonino”.

Finisco quasi sempre le mie interviste con un appello contro la violenza sulle donne!

La natura ci ha reso più fragili rispetto ad un uomo e quindi questo squilibrio va riveduto: lottare, ribellarsi e denunciare!!!

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Silvia Bottoni

Silvia Bottoni

Redattrice